Prodi, il suo affondo è durissimo: «Europa umiliata da Trump e Putin, l’Italia obbediente agli Usa, centrosinistra sparito»»

«Scolaretto a lezione in America», l’ex premier parla di suicidio europeo senza vera integrazione politica e denuncia il patto tra Usa e Russia.

Un’Europa umiliata a Washington

L’ex premier Romano Prodi, già presidente della Commissione Europea, ha usato parole durissime per descrivere la condizione del continente di fronte ai nuovi equilibri mondiali. Secondo lui, l’Europa è uscita «umiliata» dall’incontro a Washington, dove il patto tra Donald Trump e Vladimir Putin ha mostrato la marginalità europea. Mentre la Cina definisce un nuovo ordine globale, Bruxelles resta esclusa. «Von der Leyen è costretta a un ruolo da leader barometrico, come un cucù che segna il tempo a seconda della pressione», ha dichiarato Prodi, convinto che senza un’integrazione vera l’Occidente sia destinato al declino.

L’ombra nera degli autoritarismi

Per Prodi, il mondo è segnato da un «disegno» che si concretizza nella convergenza degli autoritarismi. «Putin e Trump, passo dopo passo, stanno concludendo un’intesa cui nessuno al mondo si può opporre», ha detto, sottolineando come l’Europa stia «al gioco». Un esempio è il trattamento riservato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «Un giorno Trump fa lo sfottò a Zelensky e il giorno dopo l’abbraccia, poi di nuovo lo sfottò e poi ancora l’abbraccio. Lo indebolisce». A suo avviso, si assiste al progressivo cedimento delle democrazie occidentali, mentre prende forma un asse tra Cina, Stati Uniti e Russia, che in realtà si traduce in un bipolarismo saldo tra Mosca e Pechino.

Identità, dittatura e vuoto politico

L’ex premier mette in guardia anche dall’evoluzione interna dell’Occidente, dove «si vota sempre più per identità e non per obiettivi politici o economici». Ha citato la Polonia, che pur avendo tratto grandi vantaggi dall’Unione Europea, elegge leader antieuropei, e l’Italia, dove prevalgono slogan come «Dio, patria e famiglia». Sul fronte americano, Prodi ha parlato di «decadenza» dell’Occidente, mentre i cinesi vivono questo momento come un Rinascimento. Secondo lui, l’isolazionismo statunitense e la chiusura nelle parole d’ordine di “America Great Again” rappresentano un errore strategico di lungo periodo. Non meno preoccupante la deriva democratica negli Stati Uniti: «Preoccupano le operazioni contro l’Università, contro la cultura, contro la magistratura, contro i media e contro l’indipendenza della Banca centrale, per non parlare degli interventi della Guardia Nazionale». In Italia, aggiunge, «crescerebbe la strategia di non poter mai permettersi di fare un torto agli Stati Uniti. L’assoluzione da ogni peccato viene dal giudizio di Dio che è dato da Trump». Quanto al centrosinistra, secondo lui «dovrebbe esistere. Basterebbe questo», perché il malcontento contro il governo è crescente ma senza opposizione «il governo può fare qualsiasi cosa e vince sempre».

Nell’intervista, Prodi ha sottolineato anche la scena simbolica di Washington: «Non ho mai visto un incontro internazionale in cui fisicamente non si fosse attorno a un tavolo in una situazione di uguaglianza tra partecipanti. E invece gli europei stavano lì, contenti di andare a prendere ordini». Per lui, l’Europa non può limitarsi a proposte economiche, come indicato da Mario Draghi: «Bisogna fare debito comune? Certo. Ma ancor più servono la difesa comune e la politica estera comune. Altrimenti restiamo vassalli. Dobbiamo fare politica».

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