Sconcerto a Figline Valdarno: sette carabinieri feriti da due fratelli marocchini. L’attacco in caserma scatena l’indignazione politica, con parole durissime di Cristiano Romani.
L’aggressione in caserma e i sette militari contusi
Tensione altissima a Figline Valdarno, dove nel pomeriggio di mercoledì 27 agosto due fratelli marocchini, già noti alle forze dell’ordine, hanno aggredito i carabinieri durante un controllo. Secondo la nota ufficiale dell’Arma, i due, nati rispettivamente nel 1988 e nel 1991, hanno prima insultato e minacciato i militari in strada, poi hanno dato in escandescenze anche all’interno della caserma, colpendo gli operanti. L’episodio si è concluso con l’arresto dei due uomini, accusati di resistenza a pubblico ufficiale e trattenuti nelle camere di sicurezza in attesa del giudizio per direttissima davanti alla Procura di Firenze. Nel corso della colluttazione sette carabinieri sono rimasti contusi, con prognosi comprese tra i 7 e i 15 giorni. Dal comunicato emerge anche il richiamo al principio di innocenza fino a sentenza definitiva.
L’affondo politico di Cristiano Romani
La vicenda ha immediatamente acceso il dibattito politico. Tra i commenti più forti spicca quello di Cristiano Romani, esponente della Lega e fedelissimo di Roberto Vannacci, che sui social ha scritto: “La solidarietà vuota della politica qua serve a poco. Ci vogliono i fatti. Arresti e deportazioni di massa unica soluzione”. Romani, da anni protagonista della scena politica di Arezzo, ha sposato la linea del generale, fino a diventare vicepresidente nazionale di Mondo al Contrario e responsabile dei Team Vannacci. Negli ultimi giorni si era già espresso contro episodi simili, come il tentato furto nella centrale operativa del 118. In vista delle elezioni regionali di ottobre, il suo nome circola con insistenza come possibile candidato di punta della Lega sul territorio, decisione che, secondo quanto dichiarato da lui stesso, sarà presa da Matteo Salvini e Roberto Vannacci.
Altri episodi di violenza contro le forze dell’ordine
Non si tratta di un caso isolato. Nelle stesse ore, a Sansepolcro, un cinquantenne già accusato di maltrattamenti in famiglia ha violato il divieto di avvicinamento alla moglie, colpendola con un pugno al naso prima di affrontare i carabinieri con il vetro di un telefono usato come arma improvvisata. L’uomo è stato arrestato e condotto in carcere. In un altro episodio, lungo l’autostrada A1 tra Badia al Pino e Lucignano, un diciottenne di Guidonia, sorpreso alla guida di un furgone senza patente, ha speronato tre auto della polizia stradale, ferendo due agenti. Dopo l’arresto, è stato rimesso in libertà con obbligo di dimora. Gli episodi, ravvicinati e gravi, confermano un’escalation di aggressioni verso chi indossa la divisa.