Duello tra Carlo Calenda e Angelo Bonelli al Forum di Cernobbio: accuse reciproche e nuove spaccature nell’opposizione al governo Meloni.
L’attacco di Bonelli
Lo scontro tra Carlo Calenda e Angelo Bonelli ha acceso il dibattito politico al Forum di Cernobbio. Il leader di Azione, nel panel dedicato alle opposizioni, aveva riconosciuto alcuni risultati positivi del governo guidato da Giorgia Meloni, scatenando l’ira del co-portavoce di Europa Verde. «Calenda ha fatto una scelta di campo: oggi sedeva al panel delle opposizioni, ma nel suo intervento ha detto che il governo ha fatto bene. Probabilmente doveva stare al panel della maggioranza», ha dichiarato Bonelli. Poi l’affondo programmatico: «Le tasse vanno abbassate, ma per farlo bisogna colpire i profitti delle speculazioni di energetici, assicurativi e bancari». Bonelli ha escluso spazi per un nuovo terzo polo: «Molti degli elettori di Calenda non lo seguiranno. Noi ci candidiamo a vincere e siamo nella condizione di farlo».
La replica di Calenda
Durissima la risposta di Carlo Calenda, che non ha usato mezzi termini. «L’unica cosa peggiore del populismo è il cretinismo. Bonelli & C. rappresentano la garanzia di una vittoria perpetua della Meloni», ha scritto, accusando Avs di sostenere proposte irrealistiche. Poi l’affondo politico: «Tra requisizione delle case sfitte e sostegno agli antagonisti che aggrediscono la polizia», ha aggiunto, rivendicando la necessità di un’opposizione seria e concreta. La polemica ha subito infiammato il dibattito, mettendo in luce le divisioni profonde nel campo dell’opposizione.
Un’opposizione divisa
Lo scambio tra i due leader conferma le difficoltà del fronte alternativo al centrodestra. Da un lato, l’approccio pragmatico di Calenda, ostile all’alleanza con i 5 Stelle e critico verso la sinistra radicale. Dall’altro, la linea di Bonelli, che rivendica l’unità progressista ma su basi ideologiche e ambientaliste. Due visioni inconciliabili che, ancora una volta, rendono evidente la frammentazione del fronte anti-Meloni. Un’opposizione con tanti leader, poche sintesi e il rischio di lasciare campo libero al governo.