Bologna, tortellini halal senza carne di maiale scatenano la bufera: Salvini “Offesa alle tradizioni”

Il ristorante “Brodellini” propone tortellini e ragù senza maiale, rispettando le regole islamiche. Scoppia la polemica: tra accuse di obbrobrio e difese sull’integrazione.

Il caso Brodellini

Sta facendo discutere a Bologna la scelta del ristorante “Brodellini”, aperto in via Fioravanti da cinque fratelli di origine siriana, di servire specialità emiliane in versione halal. Tortellini, ragù e piatti simbolo della tradizione locale vengono preparati senza carne di maiale, nel rispetto delle regole islamiche, con l’intento – spiegano i titolari – di permettere ai fedeli musulmani di non rinunciare ai sapori della cucina bolognese. “Molti ragazzi di seconda generazione si erano stancati di mangiare il solito kebab, così abbiamo deciso di sperimentare una cucina mista arabo-italiana. E gran parte dei nostri clienti sono giovani”, racconta Zarca, uno dei proprietari. E aggiunge: “Come capita con gli amici celiaci o vegetariani, che per uscire tutti assieme si sceglie un locale adatto anche alle loro necessità, così abbiamo pensato al nostro: in questo modo si fa integrazione e si accontentano tutti”.

La polemica politica

La novità, però, ha sollevato reazioni durissime. In prima linea Marco Lisei, senatore di Fratelli d’Italia, che definisce la scelta “un obbrobrio culinario, un’offesa alla tradizione. Queste iniziative minano il nostro patrimonio culturale”. Per i critici, il rischio è che l’eccezione diventi regola e che la cucina emiliana venga snaturata per adattarsi a esigenze che nulla hanno a che fare con le ricette originali. Anche sui social il dibattito si accende: “In Bolognina apre un locale dove si cucinano tortellini bolognesi rivisitati con carne halal nel rispetto di leggi islamiche. Ognuno è libero di mangiare ciò che più gradisce, ma mi auguro che non si arrivi a una contaminazione culinaria a danno delle nostre antiche tradizioni”, scrive Silvia. Ancora più netto Carlo, che commenta: “Così cancellate le nostre tradizioni”.

Tradizione o contaminazione?

Il caso di “Brodellini” diventa così un terreno di scontro culturale e politico. Da un lato, chi vede nell’esperimento un segnale positivo di inclusione e una possibilità di far conoscere i piatti italiani a chi, per motivi religiosi, non li avrebbe mai assaggiati. Dall’altro, chi lo considera un pericoloso precedente che rischia di alterare l’identità della cucina locale, simbolo riconosciuto in tutto il mondo. La vicenda, partita da un piccolo ristorante di quartiere, ha finito per trasformarsi in un acceso dibattito nazionale su tradizione, innovazione e limiti dell’integrazione.

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