Formigli accusa Meloni: «Da 243 giorni evita i cronisti, le piace solo la stampa compiacente»

Il conduttore di Piazzapulita denuncia: «Non accetta critiche, preferisce stampa compiacente. Così la democrazia diventa reale solo il giorno del voto».

L’attacco alla premier e il silenzio stampa

Alla vigilia della 500ª puntata di Piazzapulita, il giornalista Corrado Formigli ha lanciato un duro attacco a Giorgia Meloni, accusandola di non confrontarsi con la stampa libera. «Sono 243 giorni che non fa una conferenza stampa aperta a tutti: è pessimo», ha dichiarato in un’intervista a Repubblica. Secondo il conduttore di La7, la premier rifiuterebbe il contraddittorio preferendo il dialogo con testate considerate più favorevoli: «Le piace solo la stampa compiacente, il ruolo ancillare del Tg1 e di Rete 4».
Formigli ha sottolineato come la linea di Fratelli d’Italia si rifletta anche sui suoi esponenti: «Non sono partiti, sono caserme. Il divieto di comparire in trasmissione vale per tutti, fino all’ultimo consigliere». A suo dire, la scelta partirebbe direttamente da Meloni, che un tempo accettava gli inviti ma oggi rifiuterebbe qualsiasi confronto: «Quando era all’opposizione veniva. Brava, con la risposta pronta. Ora non viene più per non darci soddisfazione, per non legittimarci. In compenso querelano».

Critiche a Palazzo Chigi e alla Rai

Il conduttore ha denunciato anche l’atteggiamento del governo verso il giornalismo, ritenendo che minacci i principi democratici. «Lei afferma su Instagram che il potere d’acquisto degli italiani è aumentato, un’evidente bugia, ma non può essere contraddetta. Ma così la democrazia vale solo il giorno in cui si vota», ha detto.
Formigli ha attaccato inoltre il rapporto tra Palazzo Chigi e la televisione pubblica, accusando la Rai di essere ormai un megafono dell’esecutivo: «Il Freedom Act vieterebbe legami tra l’esecutivo e le tv pubbliche. Ma accettiamo come se niente fosse che il direttore del Tg1 possa andare a fare il portavoce di Palazzo Chigi».
Anche la sorella della premier, Arianna Meloni, è finita nel mirino: «Ha fatto una causa civile a La7, per denunciare una presunta campagna diffamatoria di Piazzapulita. Non so bene a cosa si riferisca. L’ho invitata in trasmissione, un’intera puntata su di lei. Ha declinato».

Il confronto con Berlusconi e la carriera televisiva

Ripercorrendo la sua carriera, Formigli ha ricordato gli anni difficili del cosiddetto “editto bulgaro” di Silvio Berlusconi: «Con quell’attacco persi il lavoro. Mi proposero di andare al Tg3, ma poi il capo del personale, amico di Previti, si mise di traverso. Non sapendo cosa fare iniziai a correre sui kart. Ma Berlusconi in confronto a questi aveva rispetto dell’informazione. Poi andò da Santoro e fece il 33% di share».
Il conduttore ha poi riflettuto sull’evoluzione della televisione: «Era molto emotiva, c’era il pubblico che applaudiva. Ora l’ho tolto, così le cavolate che dicono gli ospiti rimbombano di più». E ha paragonato il mestiere del giornalista televisivo a un lavoro artigianale: «È come fare il falegname. Devi iniziare dai fondamentali. Oggi invece la tv è considerata un premio a chi fa altro, è piena di persone catapultate in prima serata senza aver fatto la gavetta».
Il sogno originario di Formigli era quello di diventare corrispondente estero per la carta stampata, ma a lanciarlo fu proprio Michele Santoro: «Portai in trasmissione Loredana Berté dopo la morte di Mia Martini. Santoro capì che ero determinato e mi fece un bellissimo contratto per l’anno successivo. Iniziai così a fare l’inviato».

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