Flotilla per Gaza, Bocchino duro: “Provocazione orchestrata da chi finanzia Hamas”

Ospite di Corrado Formigli, il direttore del Secolo d’Italia critica la missione per Gaza: “Non ridicola, ma un’operazione di provocazione”.

Il dibattito acceso a Piazzapulita

La nuova stagione di Piazzapulita su La7 si apre con un confronto infuocato sulla Global Sumud Flotilla, la missione partita con l’obiettivo di rompere il blocco navale israeliano verso Gaza. In studio, il direttore editoriale del Secolo d’Italia, Italo Bocchino, ha preso posizione in modo netto: «Flotilla non è una missione ridicola. È provocatoria e inutile nelle finalità». L’ex deputato di An, Pdl e Fli ha motivato così il suo giudizio: «Quanti aiuti può portare? Ogni giorno vengono dati tre milioni di pasti a israeliani e americani, che poi purtroppo vengono bloccati da Hamas che vuole controllarli».

Il riferimento a Hannoun e le sanzioni Usa

Nel corso del dibattito, Bocchino ha anche ricordato che l’idea della Flotilla nasce da Mohammad Hannoun, giordano residente a Genova. «Sotto l’amministrazione Biden – ha spiegato – è stato colpito da sanzioni perché ritenuto un finanziatore di Hamas. Gli Stati Uniti hanno bloccato i suoi beni e in Italia Unicredit e Credit Agricole hanno congelato i suoi conti correnti». Interpellato da Corrado Formigli sul rischio di un legame diretto con Hamas, Bocchino ha chiarito: «No, si tratta di bravi ragazzi volenterosi che non si rendono conto forse che l’operazione è una provocazione di un signore che Biden, non Trump o Meloni, dice essere vicino a Hamas».

Lo scontro sulle parole “genocidio” e “massacro”

Il confronto si è acceso ulteriormente quando Bocchino ha replicato alle parole di Nicola Fratoianni di Avs, che aveva definito “genocidio” le azioni di Israele. «Non condivido i termini che usa. Genocidio, bisogna avere rispetto per quella parola terribile», ha dichiarato. A quel punto Formigli ha letto in studio la definizione delle Nazioni Unite, ricordando il precedente di Srebrenica. Ma Bocchino ha ribadito la sua posizione: «Questa parola è irrispettosa nei confronti degli ebrei e degli armeni che hanno subito due veri genocidi. Stiamo parlando di un eccesso di difesa di Israele, finito in un massacro inaccettabile. Non c’è da discutere su questo, ma cercare di distruggere Israele con la parola “genocidio” è un grave errore».

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