Il leader di Democrazia Sovrana e Popolare, Marco Rizzo, sostiene che Ilaria Salis sarebbe rimasta in carcere in Francia o Germania e critica il “pensiero unico globalista”.
Le dichiarazioni di Marco Rizzo
Intervenendo alla presentazione di un’iniziativa politica a Cerea, in provincia di Verona, il coordinatore nazionale di Democrazia Sovrana e Popolare, Marco Rizzo, ha lanciato un duro attacco contro l’Unione Europea, prendendo come esempio la vicenda giudiziaria di Ilaria Salis.
«Perché Ilaria Salis dovrebbe ringraziare il presidente Orban? Perché se non fosse stata in Ungheria, ma in un altro Paese dell’Europa, come la Francia o la Germania, oggi sarebbe ancora in galera», ha dichiarato Rizzo.
Il leader di DSP ha sottolineato che la parlamentare europea sarebbe diventata un simbolo solo perché il premier ungherese rappresenta un bersaglio politico: «Dato che il pensiero unico del totalitarismo globalista e liberista, lo stesso che ispira l’Ue affamatrice dell’agricoltura italiana con riforme che danneggiano i custodi della terra, ha bisogno di attaccare Orban, una come lei è diventata parlamentare europea invece di stare al gabbio».
L’attacco al “pensiero unico” e il richiamo all’agricoltura
Le parole di Rizzo si inseriscono in un discorso più ampio sulla sovranità nazionale e sulle politiche agricole europee, tema al centro dell’evento “Sovranità su territorio, cibo, sviluppo economico e agricolo” organizzato dagli agricoltori italiani e in programma giovedì 9 ottobre presso l’Auditorium di Cerea.
Il coordinatore di DSP ha denunciato quello che definisce un “totalitarismo globalista”, accusando Bruxelles di aver imposto riforme dannose per il settore primario italiano: «L’Ue affama l’agricoltura italiana con provvedimenti che penalizzano chi custodisce davvero la terra».
Il contesto politico
Le dichiarazioni di Rizzo si collocano in un momento in cui la vicenda di Ilaria Salis divide profondamente la politica italiana ed europea. Se da una parte il Parlamento Ue ha votato per mantenerne l’immunità, dall’altra la sua scarcerazione in Ungheria continua ad alimentare polemiche tra maggioranza e opposizione.
Rizzo, con la sua posizione, sposta però il discorso: per il leader di Democrazia Sovrana e Popolare, il caso Salis non è solo una questione di diritti, ma diventa l’occasione per ribadire la sua critica al modello europeo e per difendere la figura del premier ungherese Viktor Orban, spesso al centro delle tensioni con Bruxelles.