Scontro tra Fedez e Ghali: “Fai la morale agli altri, ma lavori con i brand che sostengono Israele. Dov’eri 11 anni fa?”

Il rapper milanese replica alle accuse di Ghali contro chi non si espone sul “genocidio a Gaza”: “Non puoi fare la morale agli altri, anche tu hai lavorato con brand pro Israele”.

Fedez replica a Ghali: “Non puoi dare lezioni morali”

È scontro aperto tra Fedez e Ghali, un tempo legati da amicizia e stima reciproca. La frattura si consuma dopo che Ghali aveva criticato duramente i colleghi del mondo rap, accusandoli di non aver preso posizione contro “il genocidio a Gaza”. Una presa di posizione che ha diviso il mondo musicale e spinto Fedez a rispondere pubblicamente durante una puntata del suo podcast Pulp.

Dov’eri 11 anni fa?”, ha esordito Fedez, ricordando come già nei primi anni 2010 avesse affrontato temi politici e sociali nei suoi brani. “Negli anni 2010-2011 parlavo del conflitto israelo-palestinese nelle mie canzoni. Non puoi accusare gli altri di silenzio quando tu stesso, all’epoca, non ti eri interessato”.

Poi l’affondo personale: “Non puoi arrogarti il diritto di fare la morale agli altri quando hai collaborato con brand come Ikea o McDonald’s, che sostengono Israele. È incoerente”. Fedez, pur ammettendo la complessità del tema, ha accusato Ghali di usare una retorica “moralista e ipocrita”, lontana dal confronto costruttivo.

Il post di Ghali e la polemica sul “silenzio del rap”

La scintilla dello scontro è nata da un post pubblicato da Ghali durante lo sciopero nazionale per la Flotilla, nel quale il rapper di origini tunisine aveva criticato i colleghi per il loro presunto disinteresse verso la tragedia umanitaria a Gaza. “Il rap è morto. Chi ve lo fa fare di vivere ai piani alti senza mai servire il Paese? Siete complici di un genocidio”, aveva scritto.

Parole forti, che hanno generato un’ondata di reazioni. Secondo Fedez, quel messaggio rappresenta “una visione distorta e colpevolizzante dell’impegno sociale”: “È la stessa retorica che tu fai agli altri, ma può essere rivolta anche a te. Non eri attivo su questi temi, e non è una colpa, ma non puoi accusare chi non lo è ora”, ha ribattuto il rapper milanese.

“Dallo stop al genocidio allo spot al genocidio”

Nel suo intervento, Fedez ha concluso con una frecciata che non è passata inosservata: “Spero che questo post non sia l’annuncio di un nuovo singolo, perché se fosse così passeresti dallo stop al genocidio allo spot al genocidio”. Una frase durissima, che segna la rottura definitiva tra i due artisti e spinge il dibattito ben oltre la musica, toccando i limiti tra impegno civile, coerenza personale e opportunità mediatica.

Mentre la polemica infiamma i social, nessuno dei due sembra intenzionato a fare un passo indietro. Ghali difende la sua posizione come un atto di coscienza, Fedez rivendica la coerenza di chi “ha parlato di politica quando non conveniva”. Il confronto, più che tra due rapper, diventa lo specchio di una generazione divisa tra attivismo e spettacolo.

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