L’ex leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, ha raccontato un aneddoto su Giorgia Meloni ai tempi di Azione Giovani, svelando la determinazione che già la distingueva.
Il ricordo di Fini agli esordi di Meloni
Ospite del podcast di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia, l’ex presidente della Camera ed ex segretario di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, ha condiviso un ricordo personale di Giorgia Meloni ai suoi primi passi nel mondo politico. Un racconto che ha sorpreso i presenti e che ha tracciato il ritratto di una giovane donna determinata, consapevole ma anche timorosa di non essere all’altezza delle aspettative.
«Non dico che muoveva i primi passi, ma era già attiva questa ragazza che era Giorgia», ha ricordato Fini. «Quando si svolsero le elezioni provinciali, non ricordo in quale anno, fu candidata e poi eletta. Ebbi modo di conoscerla meglio. Aveva 21 anni, era giovanissima. Sicuramente aveva il merito di credere molto in quello che diceva e per questo risultava convincente».
Fini ha poi aggiunto un’osservazione più personale: «Può sembrare una banalità, ma se credi in ciò che dici riesci a convincere qualcuno. Se reciti un ruolo, invece, non trasmetti empatia. E lei studiava, approfondiva, forse perché temeva di non essere all’altezza o di deludere. Quindi si potrebbe dire – faccio il professore – che era preparata, era capace».
La sfida per la guida di Azione Giovani
Durante l’intervista, Fini ha raccontato anche un episodio legato all’elezione del segretario nazionale di Azione Giovani, il movimento giovanile che raccolse l’eredità del Fronte della Gioventù. «Bisognava eleggere, a un certo momento, il segretario nazionale. Il Fronte della Gioventù cambiò nome e divenne Azione Giovani. Fu eletta da un’assemblea di tanti ragazzi e ragazze», ha spiegato.
Secondo Fini, Meloni non partiva come favorita: «Non aveva i favori del pronostico anche perché lo sfidante era Carlo Fidanza, che poi ha avuto anche lui una carriera politica di tutto rispetto. Come presidente del partito avevo il dovere di essere super partes. Ma vinse per pochi voti, vinse Giorgia».
Un momento che Fini ricorda con orgoglio: «Mi feci mandare dal mio capo della segreteria il discorso che aveva fatto e dissi: “Brava, brava, brava”. Aveva già allora un modo di parlare che trasmetteva passione e convinzione. Era chiaro che quella ragazza avrebbe fatto strada».
Un rapporto di stima e distanza
Pur non avendo più rapporti politici diretti con l’attuale premier, Gianfranco Fini ha mostrato parole di stima per la determinazione che Giorgia Meloni aveva già dimostrato in gioventù. Un riconoscimento che arriva da chi, più di vent’anni fa, ne aveva intuito le potenzialità. «Credeva in ciò che faceva, studiava, si preparava: qualità rare e decisive in politica», ha ribadito l’ex leader.
L’aneddoto, raccontato in un clima di nostalgia e rispetto, ha confermato come la premier abbia costruito la propria carriera su basi solide e su una passione politica nata ben prima della ribalta nazionale.