Le dichiarazioni di Incoronata Boccia sul conflitto a Gaza scatenano la polemica. Pd, M5S e Usigrai chiedono chiarimenti e una presa di distanza da parte della Rai.
Le frasi di Boccia sul 7 ottobre e l’attacco ai media
Le parole pronunciate da Incoronata Boccia, direttrice dell’Ufficio stampa Rai, durante un convegno dedicato all’anniversario del massacro del 7 ottobre 2023, hanno provocato una bufera politica e istituzionale. Nel corso dell’evento “La storia stravolta e il futuro da costruire”, Boccia ha duramente criticato il modo in cui i media internazionali hanno raccontato gli eventi legati alla guerra tra Israele e Hamas.
“Non esiste una sola prova che l’esercito israeliano abbia mitragliato civili inermi”, ha affermato la direttrice, aggiungendo: “Vergogna per il suicidio del giornalismo. Ad Hamas dovrebbero dare il premio Oscar per la miglior regia”. Un intervento che ha immediatamente suscitato reazioni indignate, tanto all’interno della Rai quanto nel mondo politico.
Boccia, nel suo discorso, ha denunciato quella che ha definito “una manipolazione dell’informazione”, accusando i media di non aver verificato le fonti durante la copertura del conflitto. “Si è parlato spesso del cinismo dell’esercito israeliano – ha detto – ma queste accuse non sono mai state dimostrate. Vergogna, vergogna, vergogna”.
Il suo intervento è avvenuto nello stesso convegno in cui la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Eugenia Roccella, aveva suscitato polemiche affermando che le “gite ad Auschwitz” sarebbero servite “solo a fomentare l’antifascismo”.
Non è la prima volta che Incoronata Boccia finisce al centro delle critiche per dichiarazioni pubbliche. Quando era vicedirettrice del TG1, aveva definito in diretta televisiva “l’aborto un omicidio”, attirando un’ondata di proteste da parte delle opposizioni e delle associazioni femministe.
Reazioni durissime da M5S, Pd e Usigrai
Dopo le nuove parole della direttrice Rai, le reazioni non si sono fatte attendere. Il Movimento 5 Stelle ha diffuso una nota durissima, firmata dai componenti del gruppo in Commissione Vigilanza Rai: “Negare l’evidenza dei massacri e liquidare come ‘strumentale’ la parola genocidio non è informazione, è propaganda. Chi ricopre incarichi nella Rai non può permettersi di esprimersi in questo modo: deve dimettersi subito”.
Sulla stessa linea anche il Partito Democratico, che ha chiesto un chiarimento immediato da parte della direzione generale della Rai. “La Rai, come servizio pubblico, ha il dovere inderogabile di garantire un’informazione accurata, equilibrata e rispettosa dei cittadini – si legge in una nota dei parlamentari dem –. Serve una presa di distanza netta da simili dichiarazioni.”
A intervenire è stato anche il sindacato Usigrai, che ha sollevato un interrogativo destinato ad alimentare il caso: “Ciò che ha espresso la direttrice dell’Ufficio stampa Rai al convegno sul 7 ottobre è la posizione dell’azienda?”.
Le parole di Boccia hanno dunque aperto un nuovo fronte di tensione all’interno del servizio pubblico, dove cresce la richiesta di una risposta ufficiale da parte dei vertici Rai.
Un caso politico e mediatico destinato a far discutere
La polemica non accenna a placarsi e rischia di trasformarsi in un vero e proprio caso politico. Secondo fonti interne, la Rai starebbe valutando la situazione, ma al momento non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali. L’intervento di Boccia arriva in un momento particolarmente delicato per l’azienda, già sotto osservazione per presunti condizionamenti politici e per il dibattito sulla libertà di informazione.
Mentre sui social monta l’indignazione, molti giornalisti e opinionisti chiedono che la Rai chiarisca pubblicamente la propria posizione rispetto alle parole della direttrice. La sensazione è che il caso non si chiuderà presto e che la posizione di Incoronata Boccia resterà al centro del dibattito politico e mediatico delle prossime settimane.