Tempesta su Rete 4, Vannacci: “Togliere il crocifisso è come cancellare la nostra storia”

Il generale Roberto Vannacci infiamma la puntata di Fuori dal Coro: attacco a chi elimina il prosciutto dalle mense e difesa delle tradizioni italiane.

Il prosciutto e il crocifisso: “Ci vogliono strappare la nostra identità”

È stato un vero Vannacci-show nell’ultima puntata di Fuori dal Coro, il programma di Mario Giordano in onda su Rete 4. L’europarlamentare leghista ha aperto il suo intervento con una difesa serrata delle tradizioni italiane contro chi vorrebbe bandire carne rossa e salumi dai menù scolastici. «Vedere proibito il prosciutto nelle mense scolastiche è sradicante per noi, perché noi col prosciutto da mille anni a questa parte ci siamo cresciuti», ha tuonato il generale. Poi ha aggiunto: «Così come vedere delle istanze che vogliono proibire il crocifisso nelle aule è sradicante per noi, perché il crocifisso e la Chiesa fanno parte della nostra civiltà da 2.000 anni a questa parte».
Per Vannacci, dietro queste scelte non ci sarebbe solo una questione culturale, ma un rischio più profondo: «Oltre all’islamizzazione radicale pericolosa e terrorista c’è proprio il pericolo generalizzato dello sradicamento della nostra società, della nostra cultura, delle nostre radici e della nostra storia». Un messaggio che ha acceso il pubblico in studio e riacceso il dibattito sui limiti del multiculturalismo e della tutela delle tradizioni nazionali.

Sulla remigrazione: “Non sono razzista, lo dice l’ONU”

Il generale ha poi replicato alle accuse di razzismo per le sue posizioni sull’immigrazione e la cosiddetta “remigrazione”. «Chi mi accusa di essere razzista dovrebbe leggere la Dichiarazione universale dei diritti umani che, all’articolo 13, dice che ogni persona deve essere libera di lasciare il proprio paese», ha dichiarato. «Quindi si individua un proprio paese, non è vero che siamo figli del mondo e i confini non esistono. E allo stesso articolo 13 si dice che ogni persona ha il diritto sacrosanto di ritornare nel proprio paese».
Da qui, Vannacci ha sostenuto che favorire il rimpatrio di chi entra illegalmente o commette reati in Italia significhi «promuovere un diritto sancito dalla carta universale dei diritti dell’uomo». Una rivendicazione che conferma la sua linea dura in materia di sicurezza e identità nazionale, temi su cui il generale continua a costruire il suo consenso politico.

Sulle manifestazioni pro-Gaza: “Non è pace, è strumentalizzazione”

Il vicesegretario federale della Lega non ha risparmiato neppure chi protesta in Italia contro il piano di pace promosso da Donald Trump in Egitto. «Mentre a Gaza festeggiano un primo passo verso lo stop ai bombardamenti, in Italia continuano a fare le prove di guerriglia», ha affermato. «Questo vuol dire una sola cosa: che a questi signori della pace del Medio Oriente non gliene frega nulla. Stanno solo strumentalizzando la tragedia per fini politici interni».
Il generale ha concluso il suo intervento con un attacco alle proteste che paralizzano città e trasporti: «Manifestare è sempre possibile, ma non deve limitare la libertà degli altri cittadini, che devono poter andare al lavoro, a prendere i propri figli, o in ospedale». Poi l’affondo finale: «Questo non vuol dire manifestare, vuol dire essere violenti, prevaricatori e oppressori del prossimo».

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