Il generale, responsabile della campagna elettorale, non sarà al vertice di via Bellerio. Cresce la fronda del Nord contro Salvini dopo il crollo dal 22 al 4%.
La disfatta toscana scuote il Carroccio: Vannacci assente al consiglio federale
La Lega si prepara a un consiglio federale ad alta tensione dopo il disastroso risultato delle elezioni regionali in Toscana, dove il partito è crollato dal 22% al 4% in appena cinque anni. Tuttavia, il protagonista più atteso non sarà presente. Il vicesegretario Roberto Vannacci, responsabile della campagna elettorale nella regione, non parteciperà alla riunione convocata da Matteo Salvini per martedì nella storica sede di via Bellerio, a Milano. “Sono a Strasburgo, in plenaria”, ha spiegato il generale, precisando che al Parlamento europeo si discuterà dell’accordo di pace in Medio Oriente, ma senza votazioni.
L’assenza di Vannacci, nel pieno della bufera interna, pesa come un macigno. Dopo il flop elettorale, diverse voci del partito hanno attaccato duramente la gestione della campagna, giudicata “troppo estremista” e distante dalle tradizionali istanze del Carroccio. Critiche sono arrivate dai capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, ma anche dai governatori del Nord, tra cui Luca Zaia, che secondo indiscrezioni non parteciperà al federale.
Fronda del Nord e accuse interne: “La vannaccizzazione ci ha danneggiato”
All’interno della Lega cresce la protesta contro la cosiddetta “vannaccizzazione” del partito, un orientamento ideologico che, secondo molti dirigenti, avrebbe spaventato l’elettorato moderato e allontanato il consenso nelle regioni storicamente leghiste.
In Toscana, la gestione di Vannacci ha provocato tensioni già durante la campagna: l’ex candidata Susanna Ceccardi aveva espresso disagio per la linea politica imposta dal generale, accusandolo di aver emarginato la dirigenza locale. Salvini, però, aveva difeso il suo vice e chiesto di “evitare divisioni inutili”.
Nonostante il risultato sotto ogni aspettativa, Vannacci è riuscito comunque a far eleggere in consiglio regionale Massimiliano Simoni, portavoce del movimento “Il mondo al contrario”, segno che una parte del gruppo dirigente resta a lui fedele. Ma l’ala del Nord, rappresentata da amministratori e parlamentari storici, è ormai in fermento e chiede un cambio di rotta.
Salvini richiama il partito a Milano e tenta il rilancio
Il leader della Lega ha convocato il consiglio federale con un ordine del giorno che comprende l’analisi del voto toscano, la preparazione delle campagne per le regionali in Campania, Puglia e Veneto, il tesseramento e il nuovo decreto Immigrazione.
La novità è il ritorno alla sede simbolo di via Bellerio, dopo anni di riunioni svolte a Roma. La decisione, sollecitata dal consigliere emiliano Tommaso Vergiati, è un segnale di ritorno alle origini e un modo per “ricompattare la base” lombarda.
Nella lettera di convocazione si specifica che la riunione si terrà solo in presenza, senza possibilità di collegarsi da remoto, per evitare fughe di notizie e garantire un confronto diretto. Lo stesso Massimiliano Romeo, durante la conferenza dei capigruppo al Senato, ha chiesto che martedì non si tengano votazioni parlamentari per consentire ai leghisti romani di partecipare.