Il leader del Partito Comunista accusa l’azienda pubblica di alimentare un modello diseducativo: “La Rai premia chi degrada Napoli, non chi la rappresenta con dignità”.
“Uno schiaffo ai contribuenti e alla Napoli perbene”
Durissimo attacco di Marco Rizzo alla Rai dopo la decisione dell’emittente pubblica di ospitare e retribuire la tiktoker Rita De Crescenzo, personaggio discusso e spesso al centro di polemiche per i suoi contenuti ritenuti volgari o inopportuni.
“È una vergogna che la Rai, con i soldi del canone che pagano gli italiani, dia visibilità e compensi a una figura che rappresenta il degrado sociale e culturale”, ha dichiarato Rizzo sui suoi canali social, accusando l’azienda di “avere perso completamente il senso del servizio pubblico”.
L’ex deputato e segretario del Partito Comunista ha poi aggiunto: “Con i nostri soldi si premiano gli influencer che fanno spettacolo sulla miseria, mentre la Napoli perbene, quella che lavora, studia e non si piega alla volgarità, resta ignorata. È uno schiaffo ai cittadini onesti e a chi paga il canone”.
Rizzo: “La Rai dovrebbe educare, non inseguire i like”
Rizzo ha duramente criticato la linea editoriale dell’azienda pubblica, accusandola di “trasformare il servizio pubblico in un palco per i fenomeni social del momento”.
“La Rai dovrebbe promuovere cultura, educazione, esempi positivi – ha detto –. Invece rincorre la logica dei social, quella del sensazionalismo, degli ascolti facili e dei personaggi caricaturali. Con questo approccio non si fa televisione, si fa diseducazione”.
Il leader comunista ha poi voluto sottolineare come, a suo dire, “non ci sia nulla di rivoluzionario o autentico nel trasformare il disagio sociale in intrattenimento”. “Rita De Crescenzo – ha proseguito – rappresenta un fenomeno che sfrutta l’immagine della povertà e della marginalità per fare spettacolo. Ma il servizio pubblico non può legittimare tutto questo. È una questione di rispetto verso i cittadini e verso Napoli”.
“Napoli non è quella dei social, ma quella del lavoro e della cultura”
Rizzo ha voluto infine schierarsi apertamente con quella che definisce “la Napoli silenziosa e perbene”, prendendo le distanze dal modello mediatico rappresentato dalla tiktoker:
“Napoli è la città di Eduardo, di Totò, di Massimo Troisi, non quella che viene raccontata dai social per fare audience – ha dichiarato –. Quella è un’altra città, che non fa rumore ma costruisce il futuro ogni giorno con onestà e fatica. È a quella Napoli che dobbiamo rispetto, non a chi la usa come palcoscenico per la propria notorietà”.