Tigri, Panda e Rinoceronti a breve potrebbero estinguersi

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Sono 440 le specie animali a rischio di estinzione.

I ricercatori dell’Università la Sapienza di Roma hanno potuto appurare che l’inquinamento atmosferico e la continua deforestazione porteranno, entro il 2050, all’estinzioni di alcune specie di animali.

A rischio sono, in particolare, tigri, rinoceronti e panda che entro 35 anni potrebbero estinguersi.

Secondo gli studiosi se l’uomo non cambierà il suo modo di approcciarsi all’ambiente che lo circonda entro il 2050, tra soli 35 anni, spariranno dalla Terra, una specie su quattro di animali appartenenti alle categorie di predatori e ungulati.

Lo  studio è stato condotto da alcuni ricercatori dell’Università della Sapienza di Roma ed è stato pubblicato sul noto tabloid “Conservation Letters”.


I ricercatori italiani hanno anche stabilito che  ci sarebbe un modo per salvare le specie di animali che potrebbero a breve estinguersi.

Secondo gli studiosi della Sapienza di Roma, bisognerebbe cambiare drasticamente le  abitudini dell’uomo.

Una delle prime iniziative indispensabili sarebbe quella di ridurre l’immissione di anidride carbonica che sta determinando un cambiamento climatico che porterà nel giro di pochi anni all’aumento della temperatura sulla Terra con conseguenze catastrofiche sia per l’uomo che per gli animali.

Piero Visconti uno degli studiosi che ha condotto l’importante ricerca sulla possibile estinzione di 440 specie di animali ha rilasciato le seguenti dichiarazioni sullo studio condotto: “Abbiamo scoperto che uno scenario alternativo esiste ed è in grado di eradicare fame e povertà e di migliorare il benessere umano in generale, raggiungendo al contempo un miglioramento dello stato di conservazione della biodiversità”.

Ha commento la ricerca anche Carlo Rondinini, coordinatore del laboratorio Global Mammal Assessment dell’Università la Sapienza di Roma: “Questa è la prima volta in cui si dimostra che le azioni individuali per il raggiungimento di uno stile di vita più sostenibile, come ad esempio il ridotto consumo di carne, possono avere nel loro insieme un enorme impatto per la biodiversità del mondo”.