Cancro, scoperta proteina che aumenta le difese immunitarie

ICancro-scoperta-proteina-che-aumenta-le-difese-immunitarien quest’ultimo decennio si sono raddoppiati gli sforzi da parte dei ricercatori per scoprire delle cure meno invasive rispetto a quelle attuali contro la malattia del secolo, il cancro.

La ricerca è l’unica possibilità che l’umanità ha di combattere una malattia che determina la morte di tantissime persone.
Le attuali cure e i farmaci che vengono somministrati ai malati di cancro sono, in alcuni casi, efficaci ma riducono le difese immunitarie del paziente.

Il ridurre le difese immunitarie del paziente può provocare delle controindicazioni delle volte mortali con l’insorgenza di gravi patologie che determinano, con il passare degli anni, il decesso.

Gli ultimi studi dei ricercatori condotti per la lotta contro il cancro sono orientati nel scoprire un farmaco o una cura che non provochi effetti collaterali e che soprattutto determini nel paziente in rafforzamento delle sue difese immunitarie e non, come attualmente succede, un indebolimento.

Un gruppo di ricercatori svizzeri con alcuni studiosi inglesi della Queen Mary University di Londra hanno deciso di costituire un team per cercare di studiare una cura che rafforzi le difese immunitarie del paziente.

Il team anglo-svizzero ha individuato che una proteina denominata scientificamente Lymphocyte Expansion Molecule che riesce a contrastare l’avanzata delle cellule tumorale, non indebolendo il sistema immunitario del paziente ma rafforzandolo.


L’utilizzo di questa particolare proteina chiamata Let consente di raddoppiare la presenza nell’organismo di linfociti T Cd8 che sono delle cellule importantissime per la nostra difesa immunitaria.

Incrementando la presenza delle linfociti T Cd8 nel nostro corpo aumentano le difese immunitarie dell’organismo che riesce a contrastare meglio la diffusione delle cellule cancerogene.

La proteina Lymphocyte Expansion Molecule è stata già provata su alcune cavie ed i test hanno prodotto risultati molto soddisfacenti.

Il team di studiosi svizzeri e inglesi, però, ha intenzione di condurre nei prossimi mesi altri test ancora più specifici anche sull’uomo per comprendere il tipo di dosaggio da utilizzare.

Tale obbiettivo mira a creare il meccanismo che determinerà la moltiplicazione delle cellule già presenti nel nostro corpo che costituiscono le difesa immunitarie.