Riforma pensioni Letta 2014: ultime novità proposta Giovannini prepensionamento modifica legge Fornero

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Ieri il Ministro Giovannini ha ribadito, durante un’intervista al sole24ore, di voler assolutamente portare avanti la sua idea, peraltro già avallata dal dicastero del tesoro, del “prestito pensionistico”.

L’attuale Ministro del lavoro ha anche chiarito che il nuovo progetto di prepensionamento non intaccherà minimamente la riforma Fornero ma sarà un possibilità aggiuntiva data ai lavoratori di poter usufruire della pensione in modo anticipato.

Il “prestito pensionistico” non sarà obbligatorio ma sarà facoltativo e potranno richiederlo tutti coloro i quali hanno compiuto il sessantaduesimo anno di età e maturato i fatidici trentacinque anni di contributi.

La nuova formula di prepensionamento, che ripetiamo sarà facoltativa, però richiedere uno sforzo economico a chi aderirà.

Il “prestito pensionistico”, infatti, prevede una decurtazione che varia dall’80 all’85% del vitalizio mensile pensionistico ipoteticamente maturato con trentacinque anni di contributi.

Come ogni prestito, alla fine dei quattro anni o degli anni che occorrono per arrivare alla soglia pensionistica fissata dalla riforma Fornero a sessantasei anni, dovrà essere restituito con una decurtazione mensile alla fonte dal 10 al 15% dell’importo spettante ai fini pensionistici.

Il Ministro del lavoro Enrico Giovannini ha precisato che sul progetto del “prestito pensionistico” sta lavorando l’intero esecutivo ed intende rendere partecipe alla nuova formula di prepensionamento oltre lo stato e l’Inps anche gli imprenditori.

Una volta del tutto preparata la bozza sul “prestito pensionistico” il Ministro Giovannini dovrà in un primo momento sottoporla all’attenzione delle parti sociali per poi portarla in Consiglio dei Ministri dove sarà deciso, se tutti concordi, trasformarlo in decreto o in disegno di legge.

Lo scopo del “prestito pensionistico” è di eliminare una volta per sempre il problema creatosi con la nuova riforma pensionistica degli esodati e di fare in modo che si possa dare inizio se l’idea avrà presa fra i lavoratori al tanto atteso ricambio generazionale invocato sia dalle parti sociali che dallo stesso esecutivo Letta.