Verona, shock uccide moglie malata, ferisce figlio autistico e poi tenta il suicidio

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Sono ancora in corso gli accertamenti da parte delle forze dell’ordine nell’appartamento nel quartiere di Golsine a Verona per comprendere quale sia stata la dinamica del duplice tentato omicidio e del successivo tentato suicido.

Sembra che a scatenare l’ira di Giancarlo Righetti sia stata un colpo ricevuto dalla moglie mentre la stessa era colpita da un raptus. Gli investigatori sperano di poter interogare al più presto l’uomo autore dell’omicidio della moglie e del tentato omicidio del figlio acustico.

Una tragedia che si è consumata in pochi attimi quella che è avvenuta in un quartiere periferico di Verona, Un uomo in prede ad un raptus omicida ha prima accoltellato la moglie malata da tempo e poi ha tentato di uccidere il figlio di 37 anni autistico.

Il figlio e l’omicida sono ricoverati in gravissime condizioni in un plesso ospedaliero di Verona e secondo le ultime notizie potrebbero anche farcela. E’ morta sul colpo la donna, Mirella Guth di 64 anni.  Una tragedia immane è successa nella periferia di Verona, neo quartiere delle Golosine. Giancarlo Righetti ha deciso di mettere fine alle tante sofferenze e così, ha prima ucciso la moglie Mirella Guth di 64 anni e poi ha ferito gravemente il figlio autistico di 37 anni.

L’uomo poi ha tentato il suicidio ma il pronto intervento dei medici del pronto soccorso gli ha salvato la vita. Il disperato gesto di Giancarlo Righetti è stato giustificato da una lettera scritta dall’assassino nella quale afferma di essere stanco delle tante sofferenze.

L’uomo doveva accudire il figlio di 37 autistico e la moglie che era stata recentemente colpita da un ictus. L’uomo di 64 anni aveva più volte segnalato la difficile situazione ai servizi sociali della città di Verona. Giancarlo Righetti è ora ricoverato, in gravissime condizioni nel plesso ospedaliero di Borgo Trento, è piantonato dalle forze dell’ordine e dovrà rispondere della grave accuse di omicidio e di tentato omicidio.

I medici del pronto soccorso sono stati chiamati dal fratello di Giancarlo Righetti e sono arrivati dopo pochi minuti che si era consumata la tragedia. I medici hanno subito compreso che per Mirella Guth non c’era più nulla da fare, mentre l’uomo di 37 anni e l’autore dell’omicidio Giancarlo Righetti erano in gravi condizioni però potevano essere ancora salvati.

Giancarlo Righetti, per telefono, aveva svelato le sue intenzioni al fratello che ha cercato in tutti i modi di dissuaderlo da compiere l’insano gesto.

Sembra che a scatenare la follia omicida dell’uomo sia stata una lite con la moglie, probabilmente colpita da un raptus, che aveva colpito alla testa con un oggetto Giancarlo Righetti.