Referendum trivelle Greenpeace si inventa una burla, volantino con il fake di Renzi

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La data del referendum si avvicina. I comitati contro le trivelle si stanno muovendo in tutta Italia anche se sembra difficile che si possa raggiungere il quorum del 51% di votanti previsto per legge.

Accanto ai tanti comitati contro le trivelle è scesa in campo anche l’associazione Greenpeace che sta cercando di convincere più gente possibile ad andare a votare il prossimo 17 aprile. Uno degli ultimi volantini distribuiti dalla nota associazione ambientalista è stato oggetto di molti commenti.

Una burla incredibile quella inventata da Greenpeace che ha voluto attirare l’attenzione mediatica di tutta Italia sul referendum che si svolgerà il prossimo 17 aprile sulle trivelle.

Gli organizzatori di Greenpeace hanno fatto circolare, in tantissime città italiane, un volantino con il fake di Matteo Renzi, premier e segretario del Partito Democratico, che invita gli italiani a votare si alle prossime votazioni contro le trivelle in mare.

Greenpeace ha spiazzato tutti. La notissima associazione ha distribuito in 30 città italiane tantissimi volantini raffiguranti Matteo Renzi sorridente che invita i cittadini italiani a votare si per il referendum ormai prossimo che si svolgerà il 17 aprile sulle trivelle.

Il presidente del consiglio Matteo Renzi, nel volantino, afferma che: “Il 17 aprile la rottamazione continua. Liberiamo i nostri mari, rottamiamo le trivelle”. Il volantino però è solo provocatorio perché la posizione del Premier è rimasta immutata, ha invitato i cittadini a non andare a votare e a non esprimere, quindi, il proprio parere.

I dirigenti di Greenpeace hanno voluto spiegare il perché del gesto: “Gli impegni presi da Renzi in materia di energia appena due anni fa, e oggi smentiti dal sostegno alle trivelle e dai tanti provvedimenti che sfavoriscono le rinnovabili”.

Greenpeace ha commentato il gesto con una lunga lettera che si può leggere dietro lo stesso volantino: “Solo due anni fa Matteo Renzi voleva far crescere le fonti rinnovabili fino al 50% per rivoluzionare il sistema energetico italiano. Se le promesse non fossero solo parole, oggi Renzi ti avrebbe certamente invitato a votare ‘Sì’ al referendum contro le trivelle del 17 aprile. Invece sta boicottando il voto per difendere gli interessi dei petrolieri”.

L’associazione Greenpeace ha voluto ricordare alcuni dati molto importanti. Quattro anni fa, nel 2012, furono installati ed entrarono in funzione ben 150 impianti ad energia solare. Gli impianti fotovoltaici furono installati soprattutto nel Sud d’Italia. Con il governo Renzi vi è stata una netta riduzione degli impianti fotovoltaici installati nel nostro paese che, l’anno scorso, sono stati solo 722.

Nel 2015 sono stati licenziati 4 mila dipendenti che lavoravano nel settore dell’energie rinnovabili. Un’inversione di tendenza molto preoccupante per un paese, come l’Italia, che non è in grado di produrre energia elettrica dai fossili e la deve importare, con notevoli costi, dai paesi vicini.

La minoranza Dem, anche nell’ultima riunione della direzione del Pd, ha invitato Renzi ha prendere una decisione più netta sul referendum del 17 aprile ma, al momento, il presidente sembra non aver cambiato parere.

Greenpeace ha chiarito la sua posizione sul referendum e il perché bisogna votare si: “Noi non diciamo ‘facciamo nuove perforazioni’, ma chiediamo ‘quel che già ci sono possiamo terminarle?’ Chi voterà sì al referendum voterà nei fatti per bloccare la prosecuzione di quelle che già ci sono, la conseguenza non è solo il licenziamento di 11 mila persone, ma anche che “dovremo comprare petrolio da arabi e russi sprecando quel che già c’è”.