Coronavirus Puglia, nonostante l’emergenza l’Agenzia delle entrate pignora il conto corrente di una giovane donna mamma di due bambini

A Lecce, una giovane donna, mamma di due bambini, diversi giorni fa si è recata presso il suo istituto bancario per prelevare le somme rivenienti dall’assegno del sussidio di maternità ma la banca le ha detto che le somme non erano disponibili perchè pignorate dall’agenzia delle entrate.

Nonostante il periodo e l’origine dell’importo, il sussidio di maternità, che è per legge impignorabile, la donna ha subito lo stesso il blocco del conto corrente.

Si è rivolta allo Sportello dei diritti che ha raccontato così:

 “Gli addetti della filiale della Unicredit, le comunicavano l’avvenuto pignoramento, da parte di Agenzia delle Entrate Riscossione, delle somme accreditate”.

E poi continua: “ A quel punto la donna riferiva apertamente e con documenti alla mano, l’assurdità della scelta della banca di assecondare Agenzia delle Entrate Riscossione, stante la nota impignorabilità delle somme in questione perché rivenienti dal sussidio per maternità erogato dall’Inps ed il vincolo stabilito espressamente dalla legge vigente ed in particolare dall’articolo 545 comma 2 del codice di procedura civile. Nonostante tutti i tentativi bonari, l’istituto di credito non ha minimamente inteso procedere a svincolare per le vie brevi l’importo oggetto del beneficio assistenziale”.

Lo Sportello dei diritti ha diffidato la Banca “stante l’ostinazione inconcepibile dimostrata dalla banca in presenza di una così chiara norma di legge che nel dichiarare l’impignorabilità dei sussidi di maternità, tutela i genitori percettori di queste provvidenze, seppur debitori”.

Per fortuna, dopo diversi giorni “le somme pignorate sono state svincolate”.

Il presidente dello Sportello dei Diritti, Giovanni D’Agata ha dichiarato: “Una vicenda che ha un lieto fine in un tempo relativamente breve, ma troppo lungo per una giovane madre privata da ogni fonte di sostentamento che in questi giorni di emergenza ha fatto i salti mortali per i suoi figli. Una storia che si sarebbe dovuta risolvere immediatamente ma, ancora una volta, siamo costretti ad assistere, da parte delle banche, a comportamenti limite che travalicano non solo la legge, ma anche i confini del buon senso. Se il danno è stato fatto, resta, tuttavia, la magra consolazione del riconoscimento delle ragioni della giovane mamma attraverso il reclamo in questione e senza dover ricorrere ad un giudice, in un momento nel quale, l’accesso alla giustizia se non è impedito dal lockdown giudiziario in corso, è di fatto molto limitato”.