Coronavirus, De Donno: “La cura con il plasma è la soluzione ma è non costa nulla e per questo a Burioni non piace a me invece interessa solo salvare vite”

Giuseppe De Donno, direttore della Pneumologia di Mantova sta curando i suoi pazienti con il plasma dei pazienti covid guariti e i risultati che sta ottenendo sono strepitosi.

Ma De Donno sostiene che, poiché è una cura che ha costi bassissimi, piace poco.

Burioni è il primo che si sta opponendo a questa cura sostenendo che il plasma è difficile da recuperare ed è un tipo di cura che richiede costi molto alti.

Ma De Dono è subito intervenuto con una replica: “Questa per me è la cosa più grave e mi ha fatto più male perché mettere in dubbio la rete trasfusionale italiana, il fatto che il plasma possa essere insicuro e trasmettere malattie mette una grossa ombra rispetto al nostro sistema trasfusionale che è uno dei più sicuri del mondo”.

De Donno ha spiegato che una sacca di plasma costa solo 164 euro: “Per un paziente la usiamo da 300 ml, vuol dire che ne costa 82 a terapia, più o meno quanto gli integratori per la palestra. Se sono tanti per salvare una vita non ho capito nulla della medicina”.

E poi De Donno ha anche aggiunto: “E’ inaccettabile che il presidente di Avis nazionale non sia intervenuto su questo ma sia intervenuto mettendo in dubbio la nostra sperimentazione che è stata fatta con grande serietà e con criteri di arruolamento specifici e stringenti pubblicati per dirimere ogni dubbio”.

E poi ha continuato: “La plasmaterapia  è l’unica terapia specifica per il coronavirus, si destina il plasma solo a pazienti che non abbiano storie di insufficienza respiratoria per più di 10 giorni”.

E poi, ancora: “Non mi chiama mai il nostro Istituto superiore di sanità  o non sento il nostro ministro della Salute, sono grandi dolori per un ricercatore come me, che fa il medico ospedaliero e che si è speso, che è stato in prima fila nell’emergenza Covid lavorando di notte in pronto soccorso”.

Insomma, a detta di De Donno la sua soluzione è contrastata nonostante oggettivamente risolutiva nella cura contro il coronavirus.

Ad oggi sono 48 i malati covid guariti con questa terapia e nessuno ha perso la vita.

De Donno ha spiegato che, non solo nessuno sembra interessato a curare i malati a bassissimo costo ma “ …  in compenso sono arrivati i Nas in ospedale … I Nas fanno il loro dovere. La mia direzione mi ha detto di stare tranquillo. Vedremo quello che succede. Qualcuno, alla fine, dovrà spiegare ai familiari degli ammalati e al Paese cosa sta succedendo. Proibire l’uso del plasma è gravissimo. La comunità scientifica dovrà rispondere ai cittadini di questo”.

De Donno ha anche voluto spiegare: “Il plasma che ricaviamo dal sangue degli ammalati guariti è particolarmente ricco di anticorpi. Trasfuso nei pazienti ammalati, gli anticorpi attaccano il virus e lo debellano. Non abbiamo sospeso i farmaci anti retrovirali. Pur di salvare vite umane facciamo tutto quello che c’è da fare. Tutti dovrebbero tener conto che abbiamo a che fare con la vita della gente. Il plasma è democratico, è donato volontariamente dal popolo e va dato gratuitamente al popolo“.

A proposito dell’atteggiamento di Burioni, De Donno dice: “si sta già arrovellando su come trasformare una donazione democratica e gratuita in un prodotto sintetizzato da una casa farmaceutica“.

E poi aggiunge: “Non solo ha sbagliato a dire che il Covid-19 non sarebbe arrivato in Italia, ma ora insiste negli errori. Fino a un mese fa mi era anche simpatico, dico sul serio, ma ora si comporta come se avesse la verità in tasca e non ne imbrocca una. Si è accorto in ritardo del plasma iperimmune e sta insinuando cose gravissime. Dice che il plasma ha un limite e che sarebbe meglio un farmaco sintetizzato. Sta ipotizzando che può trasmettere malattie. Ma si rende conto di quel che afferma? I nostri test di sicurezza sul plasma sono molto scrupolosi. Li facciamo da sempre accurati e meticolosi, non solo da quando c’è la pandemia. Il nostro plasma è sicuro. Non ha mai dato, mai, conseguenze negative, mai una febbre. È un test sicuro, democratico. Abbiamo la fortuna di contare sui donatori Avis e sui pazienti che, guarendo, donano a loro volta con entusiasmo il plasma”.

E poi De Donno conclude così: “Mi accontento di essere quello che sono e di far bene il mio lavoro salvando vite. Non cerco notorietà. Sono uno sperimentatore e uno scienziato libero. Non ho legami con case farmaceutiche, né con i poteri forti perciò mi permetto il lusso di esprimermi in libertà. Non sono mai stato invitato nelle trasmissioni di Fabio Fazio o da Bruno Vespa. Non sono un medico da salotto. Che ci vada Burioni a discettare di plasma iperimmune. S’accomodi. Io e Franchini alzeremo le spalle. Per noi l’importante è salvare vite. Al professor Burioni abbiamo fornito argomenti nuovi sui quali discutere. Vivo in un ambiente che consideravo puro, ma non lo è”.

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