Silvia, si tuffa nel Lago di Garda, batte la testa e muore, la lettera disperata del padre

Tantissimi i messaggi di cordoglio pervenuti nella bacheca del papà di Silvia, uno di questi recita così: “Quanti di noi a 20anni non hanno fatto festa con gli amici fino a mattina tardi bevendo un po’ più del dovuto? Io sono uno di quelli. Ma si sa, fa figo scrivere ” ubriaca batte la testa ” , fa notizia questo. Non che un altro sorriso si è spento. Mi viene da vomitare perché etichettare una ragazza in questo modo non è accettabile.

Farà notizia che era ubriaca ma lei prima di essere etichettata così è una ragazza!

Silvia Doriguzzi risposa in pace non dimenticherò la tua vivacità e la tua voglia di vivere”.

Anche il  Soccorso Alpino e Speleologico Veneto – CNSASNoi ha scritto un messaggio per il papà Luca: “non possiamo alleviare il tuo dolore, però possiamo stringerci attorno a te e alla tua famiglia e dirti che ci siamo. E ci saremo in qualsiasi momento tu avrai bisogno.”

E poi è arrivata la lettera struggente del papà che è un grido di dolore che strugge l’anima. Papà Luca scrive così: “Silvia mia, mia vita, voglio scrivere queste parole perché te lo devo come papà.

Abbiamo attraversato momenti difficili io e te assieme, soli con i nostri sentimenti e con le nostre intime faccende da sbrigare.

Quando ancora eri in tenera età e ti portavo dalla tua mamma dopo il weekend passato con me mi salutavi con la manina e con gli occhioni mi sorridevi come per dirmi: “Papà stai tranquillo che ci vediamo presto”.

Io vivevo per poterti solo vedere e per sentire il tuo profumo; poi piano piano sei cresciuta ed io ho potuto condividere con te anche altri aspetti del tuo carattere. Una cosa su tutte è che, rispetto ad altri bambini tuoi coetanei, vedevo che non avevi mai pretese, nessun “Mi prendi questo gioco” o “Mi piace quello”, “Voglio…..”, tanto che ti portavo nei negozi di giocattoli e dovevo quasi convincerti a prendere qualcosa. In quegli anni mi chiedevo quale fosse il motivo di questa differenza.

Sei sempre stata serena, umile e con poche pretese; anzi, ti bastava una festa in baita con i nonni per rendere tutto la cosa più straordinaria che esista.

Questa tua semplicità mi ha dato tanto come uomo e ci tengo a dire che me lo hai insegnato tu….. non servono le Ferrari, non servono i grandi regali per essere felici.

Pensando ora ai ricordi del passato mi sovviene un episodio particolare: una notte che eri a casa con me ho ricevuto una chiamata per un soccorso. Ti ho svegliata nel cuore della notte e ti ho portata dalla nonna; tutto di corsa, tutto un trambusto per prendere lo zaino e mettermi gli scarponi, ti ho raccolta dal letto per portarti di sotto nel lettino che avevi a casa dei nonni. Tu piangevi perché avevi capito che in me c’ era tensione per l’ imminente intervento e mi hai chiesto: “Papà, perché mi lasci qua così di corsa?”, ed io ti ho risposto che dovevo andare perché qualcuno aveva bisogno di me. E la tua risposta è stata: “Ho capito, io sto bene e adesso vai, quando ritorni staremo assieme”.

Il tuo altruismo si distingueva fin dalla tenera età e questo mi mancherà più di tutto; il tuo saper valutare le cose come una persona matura fin da piccina ed ancor più quando sei cresciuta; sempre altruista e con una presenza confortevole in ogni situazione.

Piccola mia, non poterti più stringere e non poter più parlare con te sarà il mio Everest ma in cuor mio so che ci sei, sei qua con me ogni momento e so che mi guiderai per la retta via; ti sento attorno ogni secondo, sento il tuo profumo ovunque.

Silvia sei la mia vita.”

Il tuo papà,

Luca Doriguzzi Zordanin