Direttrice terapie intensive “Le rianimazioni sono piene e non sappiamo dove ricoverare la gente, la Puglia è in grave ritardo sul Covid, non tutti i medici pugliesi sono preparati ad affrontare il nuovo virus ”

La direttrice delle terapie di Foggia, Gilda Cinnella, fa un quadro molto allarmante della situazione in Puglia delle terapie intensive.

In una lunga intervista rilasciata a Repubblica edizione di Bari, la direttrice afferma che nelle ultime ore i reparti di terapie intensive di Foggia sono piene. Situazione analoga anche a Bari.

“Ho passato mezza giornata a cercare di smistare i pazienti in vari ospedali della provincia perché nel nostro ospedale non ci sono più posti letto liberi. Bisognava muoversi prima per attivare i posti aggiuntivi”.

La direttrice spiega qual è la situazione a Foggia: “Le rianimazioni sono piene. Tanto è vero che degli ultimi tre pazienti arrivati dal pronto soccorso, uno Covid è stato trasferito a San Severo e gli altri due negativi mandati alla Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo: per il quarto stiamo cercando una destinazione. Assistiamo a una quantità notevole di pazienti che arrivano al pronto soccorso e che non hanno uno sbocco perché ormai in tutta la provincia di Foggia non ci sono più posto letto disponibili nelle terapie intensive e nei reparti medici per i pazienti Covid. Ma abbiamo anche difficoltà nelle terapie intensive per i pazienti No Covid”.

Il problema è stato che i posti promessi a giugno di terapie intensive non sono mai stati attivati ne dal governo ne dalla regione.

” Quei posti non sono mai stati attivati. La verità è che a giugno, quando abbiamo dimesso gli ultimi pazienti Covid della prima ondata, le rianimazioni Covid aperte in più per affrontare l’emergenza sono state di nuovo riconvertite in reparti ordinari, per cui da luglio siamo tornati ad avere esattamente lo stesso numero di posti letto che avevamo prima dell’emergenza Covid, con le uniche differenze del Policlinico di Bari, dove sono rimasti dieci posti letto in più allestiti e dell’ospedale Perrino di Brindisi. Quanto a infettivi e pneumologia, mi risulta che in gran parte siano stati trasformati in reparti normali e non sarebbero state avviate unità sub-intensive pneumologiche”.

La situazione a Bari è la stessa: “Giusto: non sono accettabili, la gente muore nel frattempo. Ho difficoltà a far capire alla gente quanto è grave la situazione. In tutta l’Asl Bari non c’era un posto Covid fino a poche ore fa. È ovvio che in una situazione del genere il Policlinico di Bari dovrà ridurre altri tipi di attività. Ma c’è un’altra criticità”.

L’altra criticità è che: “Siamo davanti a una malattia nuova. Non tutti i colleghi hanno la formazione sufficiente per affrontare pazienti di questo tipo. Per questo mi sarei aspettata che ci fosse uno sforzo formativo da parte della Regione. A differenza di altre Regioni, inoltre, in Puglia non è mai stato stilato un documento unico per stabilire come trattare questi pazienti. Ognuno di noi specialisti si è dovuto arrangiare attraverso il passaparola”.

La direttrice ha anche detto che la Puglia è vicina al punto di non ritorno: “Ci siamo molto vicini. In questo momento la Puglia non è coinvolta allo stesso modo. Mentre nelle terapie intensive di Brindisi, Lecce e Taranto ci sono ancora posti disponibili, a Foggia e Bari la pressione è altissima”.