74enne va a ritirare la pensione ma scopre di essere morta un mese fa, per dimostrare di essere viva servono una miriade di certificati

Meri Rovina, una donna di 74 anni, non riusciva a capire cosa fosse successo quando allo sportello dell’Inps l’impiegata le ha detto la seguente frase: “Le spiego io perché non ha ricevuto la pensione: lei è morta”.

L’impiegata dell’Inps ha spiegato all’anziana signora che per dimostrare di essere viva doveva produrre una serie di certificazioni.

In seguito, andare dal padronato e farsi ricostruire la sua pensione, dopo ritornare all’Inps per dimostrare finalmente di essere viva.

La stessa signora racconta: “Una situazione grottesca non basta nemmeno l’autocertificazione, presentarsi di persona con documento d’identità e codice fiscale. No, serve un certificato di esistenza in vita per il quale ho dovuto pagare la marca da bollo da 16 euro, il tutto per dimostrare che sono ancora viva”.

La donna continua raccontare: “Non me lo so spiegare. Mi hanno solo detto che risulterei morta in data 20 ottobre 2020: nessun mio parente è morto in questo

Meri Rovina racconta il giorno della allucinante scoperta: “Sono andata in piazza Guerrazzi alla sede dell’Inps, ma non ricevono e bisogna scaricare una App per prendere l’appuntamento: me lo hanno dato per mercoledì. Nel frattempo sono stata chiamata spiegandomi che devo fare tutte queste operazioni per dimostrare che sono viva e farmi accreditare di nuovo la pensione. A un errore dell’ente, deve essere il cittadino a rimediare, oltretutto spendendo soldi? Non solo, è regolare che una persona anziana debba sapersi districare tra app e appuntamenti online? Prendiamola a ridere…”.