Sindacati, Eni vuole vendere la chimica sciopero il prossimo 20 gennaio

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La crisi della chimica italiana sembra non avere fine. Eni ha deciso di vendere la Versalis, una delle società controllate, che conta 4.400 dipendenti ed ha stabilimenti sparsi in tutta Italia.

I sindacati della Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, in seguito alla decisione di vendere la Versalis da parte dell’Eni, hanno deciso di proclamare uno sciopero che interesserà tutto il comparto chimico italiano che è stato indetto per il prossimo 20 gennaio ed avrà una durata di 8 ore.

Allo sciopero indetto dalle sigle sindacali di categoria parteciperanno anche i lavoratori di Eni S.p.A.

I sindacati chiedono maggiore chiarezza al governo su cosa intende fare di uno dei settori di punta dell’industria italiana.

I sindacati si lamentano della totale mancanza nella vertenza Eni-Versalis del governo italiano e fanno notare che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, sulla spinosa questione, non si è ancora pronunciato.

Alla battaglia dei sindacati contro la cessione di Eni di una azienda così importante come la Versalis si sono mossi molti politici e istituzioni locali ma da parte del governo non vi è stata nessuna presa di posizione.

I sindacati temono che la vendita della Versalis possa avere una grave ricaduta a livello occupazionale per città importanti come Brindisi, Ravenna, Porto Marchera e Porto Torres dove sono locate alcune sedi della Versalis.

Una ricaduta occupazionale che potrebbe essere drammatica per un settore, come la chimica italiana, che ha avvertito tantissimo la crisi economica di questi ultimi anni.

Claudio Descalzi, attuale amministratore delegato di Eni S.p.A., sulla vicenda della vendita della controllata Versalis è stato molto chiaro ammettendo che: “Se vogliamo andare avanti ad investire in un business che ha perso negli ultimi dieci anni 5,8 miliardi e sul quale vogliamo ancora investire 1,2 miliardi, dobbiamo trovare un compagno di viaggio”.

L’amministratore di Eni S.p.a. ha cercato di tranquillizzare i sindacati sulle possibili ricadute occupazionali che potrebbe provocare la cessione di Versalis: “Il nuovo compagno di viaggio dovrà sottostare ad alcuni paletti molto alti, che sono quelli di mantenere il contesto industriale per 5 anni, non toccare le persone per tre anni, mantenere la società italiana e il management italiano”.

Rassicurazioni che non sono bastate ai sindacati che sono contrari a svendere un fondo straniero la chimica italiana.