Riforma pensioni Poletti 2014: ultime novità modifica Fornero su esodati, usuranti e Quota 96

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La riforma del lavoro è passata in direzione del Partito Democratico dopo una riunione fiume che ha portato allo scontro tra minoranza e maggioranza del più grande partito di centrosinistra.

Si va quindi verso l’abolizione dell’articolo 18 per i neoassunti ma parte del Partito Democratico non è affatto d’accordo.

A livello politico ci si chiede cosa possa determinare queste profonde spaccature all’interno del Pd.

Tre possono essere le soluzioni: o il Partito Democratico decide di ricompattarsi, evento assai difficile, o Renzi ricorre all’aiuto di Forza Italia per sostenere il suo governo o si va verso l’elezioni anticipate forse con la dolorosissima scissione del Pd.

Ora dopo la riforma del lavoro Renzi e il suo esecutivo dovranno concentrarsi sulla legge di stabilità che dovrebbe essere presentata per la metà del mese di ottobre.

Legge di stabilità che potrebbe presentare delle modifiche alla tanto odiata legge Fornero.


Il presidente del consiglio, Matteo Renzi e il ministro del lavoro Giuliano Poletti, devono trovare una soluzione per i Quota 96, 4 mila lavoratori del comparto scuola che per un mero errore di interpretazione della Fornero dopo quasi tre anni non possono ancora accedere alla pensione.

Soluzione promessa dal Presidente del Consiglio in persona dopo che ad agosto l’emendamento alla riforma della pubblica amministrazione che consentiva ai quattromila dipendenti del comparto scuola di accedere alla pensione fu clamorosamente bloccato dallo stesso esecutivo per mancanza di fondi.

L’ipotesi più accreditata è quella di rendere più flessibile la riforma Fornero senza stravolgere la stessa legge pensionistica attualmente in vigore.

L’ipotesi più accredita è istituire il “prestito pensionistico” che consentirebbe a lavoratori come i Quota 96 e ad ai precoci e usuranti di accedere alla pensione anticipata con qualche sacrificio.

Il prestito pensionistico prevede la possibilità di accedere alla pensione anticipata per tutti coloro che hanno compiuto il sessantaduesimo anno di età ma hanno raggiunto il massimo dei contributi.

L’Inps garantirebbe al lavoratore che farebbe richiesta del prestito pensionistico di ricevere un assegno pari alla pensione maturata decurtato di un importo pari al 10% della somma totale da restituire quando vi sarà l’accesso alla vera e propria pensione.