Ragazzi dispersi nel Natisone, emergono audio scioccanti dei passanti mentre i ragazzi disperati chiedono aiuto: “Non urlate, tornate a nuoto, avete l’acqua solo alle ginocchia”

Durante un’improvvisa piena del fiume Natisone, tre giovani sono rimasti intrappolati nel greto, generando non solo una situazione di pericolo ma anche una risposta cruda da parte di alcuni testimoni.

Un video girato da un passante ha catturato momenti drammatici, con i giovani aggrappati l’uno all’altro mentre il fiume cresceva rapidamente. In friulano, un passante commenta con scherno: “Sarebbero da lasciare lì. Guarda, guarda, urlano come le femminucce. Ma avete l’acqua alle ginocchia, venite a nuoto no?” e “Senti: ‘per favore, per favore’, continuano a urlare”. Queste frasi, pronunciate con derisione, hanno preceduto una serie di commenti sprezzanti apparsi online.

La situazione si aggrava

Il video mostra i tre giovani, Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Casian Molnar, a pochi metri dalla salvezza. Un ramo d’acqua separava i ragazzi dal terreno sicuro, ma la profondità e la corrente crescente rendevano il passaggio pericoloso. I vigili del fuoco, intervenuti rapidamente a Premariacco, hanno tentato un salvataggio usando una piattaforma estesa dal ponte. Inizialmente, sembrava che potesse esserci un lieto fine imminente, ma l’acqua, già alta fino alle ginocchia quando sono arrivati i soccorsi, ha complicato le operazioni.

Reazioni online e solidarietà

Dopo l’incidente, i commenti online si sono intensificati, con toni spesso insensibili. Un utente ha scritto: “Raccontatela tutta la storia: questi, viste le ottime previsioni meteo e la non prevedibilità di una piena hanno ben pensato di finire in un isolotto in mezzo alla corrente. Chi cerca, trova. Darwin docet”. Un altro ha aggiunto: “Li ritroveranno a riva, la Natura sa come gestire certi soggetti”. Nonostante la crudezza dei commenti, la macchina dei soccorsi ha continuato a lavorare instancabilmente per giorni, nella speranza di trovare i ragazzi ancora vivi, dimostrando un contrasto marcato tra la solidarietà delle squadre di soccorso e la durezza di alcune reazioni del pubblico.