La confessione di Lavopa sull’omicidio di Antonella Lopez, “L’arma? Acquistata per difesa da possibili aggressioni su Telegram”
L’arma con cui Michele Lavopa avrebbe sparato ad Antonella Lopez, uccidendola in un locale di Molfetta la notte del 22 settembre, sarebbe stata acquistata tramite un contatto Telegram a San Severo. Il costo dell’arma, come dichiarato dallo stesso Lavopa al Gip Francesco Vittorio Rinaldi, sarebbe stato di 1400 euro, con l’intenzione di proteggersi da possibili aggressioni “che spesso accadono nei locali baresi”. La pistola è stata ritrovata in un locale di Bitonto.
Sparatoria per difesa e bersaglio mancato
Conosciuto come “Tupak”, soprannome ispirato al noto rapper assassinato negli anni ’90, Lavopa avrebbe sparato sette colpi con una pistola calibro 7,65. I proiettili erano diretti a Eugenio Palermiti, ventenne nipote del boss di Japigia, che è rimasto ferito insieme ad altre tre persone. In una dichiarazione riportata da LaPresse, Lavopa ha ammesso: “Non volevo sparare alla ragazza, non c’entrava niente e sono molto dispiaciuto”. Antonella Lopez è stata colpita fatalmente durante la sparatoria.
Pregresse tensioni e confessioni sull’aggressione
Nel corso delle indagini, è emerso che in passato vi sarebbero state tensioni tra Lavopa e la famiglia Palermiti. Inoltre, Lavopa ha sostenuto di essere stato minacciato con un’arma da Eugenio Palermiti. La sua confessione include anche un episodio di violenza subito quando era minorenne nel “fortino” di Bari Vecchia, dove venne aggredito per questioni legate a ragazze e il cui video fu diffuso online. La notte dell’omicidio, Lavopa ha dichiarato di aver reagito d’istinto dopo un movimento improvviso di Palermiti in discoteca, che gli avrebbe fatto pensare a un’imminente aggressione armata.