Carlo De Benedetti rivela Renzi “è un fuoriclasse”, Berlusconi “è furbo”

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Una lunga intervista per raccontare ottant’anni vissuti intensamente.

Carlo De Benedetti, uno dei più importanti industriali italiani che ha contribuito a fare la storia del nostro paese, ha rilasciato, il giorno del suo compleanno, una lunga intervista al “Corriere”.

Ottant’anni passati sempre sulla breccia  senza mai pentirsi del suo passato guardando con fiducia il futuro.

L’ingegnere De Benedetti rivela che venti anni fa si è innamorato e dopo poco tempo si è risposato.

Carlo De Benedetti con la sua attuale compagna, Silvia Monti, condivide una serie di passione dalla amore per i viaggi e per l’arte.


Il  presidente del Gruppo editoriale l’Espresso nelle sua lunga intervista parla d Renzi, Berlusconi, della politica e delle economia in generale.

Carlo De Benedetti di Renzi dice: “Mi sono ricreduto. Renzi è un fuoriclasse”.

L’ingegnere neo ottantenne rivela che Matteo Renzi  secondo lui è un ottimo politico e ha le capacità di cambiare l’Italia: “Innanzitutto, è molto intelligente. L’energia: non ne ho mai vista tanta in un politico. Forse si può fare un paragone con il Fanfani degli Anni ’50. L’empatia. Dicono che Renzi ricordi Craxi, per decisionismo e abilità politica; Craxi però era antipatico. E poi Renzi è una spugna. Di economia non sa molto; ma in un attimo assorbe tutto. È veloce e spregiudicato”.

Carlo De Benedetti esprime anche un giudizio su Silvio Berlusconi che secondo l’ingegnere “è furbo”.

Il presidente del gruppo Espresso parla anche del tanto discusso patto del Nazareno tra Berlusconi e Matteo Renzi “Il premier ha fatto benissimo a stringerlo e Berlusconi per sopravvivere non poteva fare altro. E’ innamorato di Renzi e disgustato dal suo partito”.

Il discorso tra il giornalista del “Corriere” e Carlo De Benedetti si sposta sull’economia ed in particolare sulla legge di stabilità prossima all’approvazione: “Questa manovra non è risolutiva; il vincolo del 3% è incompatibile con riforme vere. E le riforme senza soldi non si fanno. Il premier dovrebbe fare come Gerhard Schröder, quando ottenne di sforare i parametri per tre anni. Oggi Renzi non se la sente; ma sono certo che, quando avrà avviato le riforme, lo farà. Fino ad allora, l’Italia non uscirà da recessione e deflazione”.

L’ingegnere racconta quando il grande Steve Jobs lo contattò offrendogli il 20% della Apple ma Carlo De Benedetti declinò l’invito: “Ero a Cupertino con Elserino Piol. Erano le 7 di sera. Ero esausto per le riunioni e per il fuso. Piol mi dice di passare in un garage dove ci sono due capelloni con i jeans stracciati che lavorano a un mini-computer: erano Wozniak e Jobs. Steve mi propose di rilevare il 20% della sua società per 30 milioni di dollari. Me ne andai. Oggi quella quota varrebbe 100 miliardi. Ma quella partita non la persi solo io, l’ha persa l’industria europea che sulle nuove tecnologie ha rinunciato a un pezzo di futuro”.

Secondo Carlo De Benedetti le prossime votazioni politiche si avranno nella primavera del 2015  e la notizia si divulgherà subito dopo le dimissioni del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che avverranno a fine 2014.

L’Ingegnere Carlo De Benedetti dice che il futuro di Matteo Renzi e dell’Italia si deciderà in Europa: “Sono pessimista sulla tenuta economica europea. E condivido quanto sostiene Larry Summers: ci attende una stagnazione secolare. La distruzione del ceto medio creerà una società con pochi ricchi, molti poveri e molti eroi che cercheranno di costruire una famiglia con 1.500 euro al mese”.

Carlo De Benedetti svela il suo pensiero anche del bonus irpef degli 80 euro: “Sono stati un brillante spot elettorale. Ma è difficile pensare che rimettano in moto l’economia. Detto questo, Renzi è l’unico che possa riportare l’Italia al suo standard”.

L’ingegnere De Benedetti parla della Fiat ed in particolare di Gianni Agnelli: “È stato l’unico uomo che mi ha affascinato. Ho stimato La Malfa, Berlinguer, Ciampi e Visentini: sono state tutte persone importanti per me. L’Avvocato mi affascinò: gli invidiavo l’impalpabile. Mi sedusse pur con i suoi limiti, che riconosceva lui per primo; perché era cinico anche con se stesso”.