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Il Pd propone di regalare 4 miliardi per sostenere Stellantis, scoppia il caos

La proposta del Partito Democratico prevede l’erogazione di fondi pubblici per sostenere Stellantis e il settore automobilistico italiano, sollevando polemiche sul futuro dell’industria e delle politiche ambientali.

Pd e Stellantis: un piano per sostenere il settore auto

Il Partito Democratico (Pd) ha presentato un piano per affrontare la crisi del settore automobilistico italiano, con particolare attenzione alla situazione di Stellantis. La proposta include la creazione di un fondo europeo specifico per la transizione verde dell’auto e il ripristino dei 4,6 miliardi stanziati nel 2022 dal governo Draghi per l’automotive. Tra le idee avanzate, figura anche la riattivazione del progetto Gigafactory a Termoli, già destinatario di finanziamenti pubblici.

Secondo i vertici del Pd, come la segretaria Elly Schlein, queste misure sono necessarie per evitare una crisi occupazionale e sociale in un settore che coinvolge oltre un milione di lavoratori, rappresentando il 18% del PIL italiano. La proposta arriva in un momento in cui le aziende dell’indotto annunciano licenziamenti e cassa integrazione, alimentando timori su una possibile crisi sistemica. Tuttavia, il dibattito si concentra sulla sostenibilità di un intervento economico di tale portata e sulla reale efficacia di queste politiche nel salvaguardare il futuro del settore.

Sfide e critiche alle politiche industriali

Le critiche al piano del Pd si concentrano sulla gestione delle risorse pubbliche e sull’assenza di una visione industriale di lungo termine. Molti osservatori sottolineano che la crisi del settore auto, aggravata dalla transizione verso l’elettrico e dalle normative europee sulle emissioni di CO2, richiede interventi strutturali e non solo finanziamenti.

In particolare, il presidente dell’Acea, Luca De Meo, ha ribadito la necessità di un approccio più pragmatico. “I membri dell’Acea condividono l’obiettivo di una transizione sostenibile verso la mobilità a zero emissioni, ma è indispensabile rinegoziare le scadenze dello stop ai motori endotermici”, ha dichiarato.

Intanto, Stellantis, guidata da Carlos Tavares, è al centro del dibattito non solo per le difficoltà del gruppo ma anche per il ruolo delle decisioni dell’Unione Europea. Le sanzioni per chi non rispetterà i target di emissione rischiano di aggravare ulteriormente la situazione, con multe che potrebbero superare i 15 miliardi di euro nel 2025.

Le implicazioni per il futuro dell’auto italiana

La proposta del Pd si inserisce in un contesto politico ed economico complesso, dove il governo italiano è chiamato a bilanciare le esigenze di tutela del lavoro con la necessità di rispettare gli impegni climatici. La transizione verso l’elettrico resta un tema centrale, ma per molti rimane aperto il quesito: fino a che punto è giusto impiegare fondi pubblici per sostenere un’industria che fatica ad adattarsi alle nuove sfide?