Cecilia Sala a “Che tempo che fa”: “Fortunata a essere stata liberata in 21 giorni, ma ho avuto paura per la mia mente”
Dieci giorni dopo il suo ritorno in Italia, Cecilia Sala racconta la sua prigionia in Iran a Fabio Fazio. Pressioni psicologiche, isolamento e un incubo durato 21 giorni.
La detenzione in Iran: “Un’esperienza psicologicamente devastante”
Cecilia Sala, giornalista del Foglio, è tornata a raccontare la sua esperienza di prigionia in una cella di Teheran, in Iran, dove è stata detenuta dal 19 dicembre al 9 gennaio. Durante l’intervista a Che tempo che fa, Sala ha descritto la sua fortuna nell’essere stata liberata così rapidamente: “Una liberazione così rapida non si vedeva dagli anni ‘80.”
Rinchiusa in una cella di 2×3 metri, Sala ha vissuto un isolamento quasi totale: “Mi hanno dato un libro, Kafka sulla spiaggia di Murakami, ma avevo chiesto il Corano in inglese pensando che potessi restare a lungo. Hanno rifiutato. Nei primi giorni leggevo gli ingredienti del pane sulla confezione.”
Le pressioni psicologiche erano costanti: “Mi interrogavano incappucciata davanti a un muro. L’ultimo interrogatorio, il giorno prima della mia liberazione, è durato 10 ore con brevi pause.”
Le telefonate con l’Italia e il “gioco psicologico”
Le telefonate con l’esterno erano concesse, ma controllate. “La prima chiamata è servita solo per dire che ero stata arrestata e che non ero ferita,” ha spiegato. Solo successivamente ha potuto parlare con il fidanzato, il giornalista Daniele Raineri, utilizzando un linguaggio in codice per comunicare qualcosa di più.
Gli aguzzini alternavano momenti di apparente gentilezza a pressioni subdole: “Mi chiedevano se preferivo la pizza alla romana o alla napoletana, un modo per dire: vi conosciamo bene.”
La paura di perdere il controllo
Il momento più difficile è stato convivere con la paura per la propria salute mentale: “Sentivo una ragazza nella cella accanto che prendeva la rincorsa per sbattere la testa contro la porta. I suoi pianti e i rumori erano strazianti. Avevo paura di perdere il controllo, avevo paura per la mia testa.”
Dormire con la luce accesa h24, essere incappucciata persino per andare in bagno e non ricevere notizie dal mondo esterno hanno contribuito a un “gioco psicologico” spossante.
L’unica notizia filtrata dall’esterno è stata la morte di Jimmy Carter, presidente americano durante la crisi degli ostaggi del 1979: “Ho capito che ero in ostaggio.”
La presunta interferenza di Elon Musk
Fabio Fazio ha chiesto a Sala del presunto intervento di Elon Musk nella sua liberazione, voce che lei ha smentito: “Nessuno della mia famiglia né Daniele ha parlato con Musk. Daniele ha contattato un referente italiano chiedendo di far arrivare la notizia. Io però sapevo che c’era un conto alla rovescia che mi spaventava: l’insediamento di Trump. Se fosse iniziata una guerra tra Israele e Iran, la mia situazione sarebbe diventata impossibile.”