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Rosy Bindi durissimo attacco alla Meloni: “Una un metodo mafioso, denigra l’avversario di quel momento”

Rosy Bindi, ex presidente della Commissione Antimafia, ha lanciato un durissimo attacco alla premier Giorgia Meloni in un’intervista a Tagadà (La7). Bindi ha accusato Meloni di utilizzare un “metodo mafioso e fascista” nel trattare le figure politiche e giuridiche che considera suoi avversari, citando come esempio l’attacco alla figura dell’avvocato Luigi Li Gotti, l’ex senatore che ha presentato una denuncia sul caso Almasri.

Le accuse di Bindi: un metodo mafioso

Bindi ha spiegato che, secondo lei, il comportamento di Meloni nei confronti degli avversari politici ricorda quello delle pratiche mafiose: “Denigrare chi si ritiene essere l’avversario di quel momento”, come fatto in passato con le vittime di mafia, che vengono frequentemente accusate di essere in qualche modo colpevoli, anche se vittime di crimine. L’ex ministra ha esemplificato questa dinamica citando la vicenda di Don Giuseppe Diana, il sacerdote di Casal di Principe ucciso nel 1994, accusato di essere vicino alla camorra, una diffamazione che è stata riconosciuta come illegittima solo 21 anni dopo, con una sentenza del tribunale.

La gestione del caso Almasri e il carteggio pubblico

L’ex presidente della Commissione Antimafia ha poi sottolineato con preoccupazione il comportamento della maggioranza di governo, in particolare sul fatto che il carteggio tra il procuratore Lo Voi e il sottosegretario Mantovano fosse stato reso pubblico, alimentando il sospetto di un uso politico della giustizia. Ha anche criticato l’errore di ricerca riguardo le militanze politiche di Li Gotti, ricordando che Luigi Li Gotti è stato un compagno di partito di Giorgia Meloni in passato.

La critica alla comunicazione della Meloni

Bindi ha poi criticato l’uso della comunicazione da parte della presidente del Consiglio, accusandola di fare un uso aggressivo dei mezzi di comunicazione. “La propaganda e le menzogne in una prima fase pagano sempre”, ha affermato, sottolineando che le affermazioni di Meloni sui suoi alti consensi stanno trovando riscontro nei sondaggi, ma non nella realtà del Parlamento, che definisce vuoto e incapace di esprimere un effettivo dibattito. Bindi ha osservato che la Meloni si giustifica con il suo risultato elettorale e il gradimento popolare, ma, secondo lei, questo atteggiamento sta indebolendo la democrazia parlamentare e minando l’autonomia della magistratura.

La conclusione di Bindi: un attentato all’intelligenza

Infine, Bindi ha concluso il suo intervento con un appello agli italiani: “Spero che gli italiani non vedano soltanto il Tg1, i 5 minuti di Vespa, le tv di Berlusconi”. L’ex ministra ha esortato a guardare anche la stampa libera del paese, ancora in grado di informare in modo imparziale, e ha avvertito che le menzogne diffuse dalla Meloni sono un vero e proprio “attentato” all’intelligenza collettiva degli italiani.