Elly Schlein si difende dagli attacchi dei “padri nobili” del suo partito: “Il Pd ha una visione chiara”
Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico (Pd), ha inaugurato il suo tour nazionale nel Terzo Settore con un messaggio forte e chiaro, rivolto principalmente agli avversari interni al partito e al governo.
In un discorso a Monterotondo, un paese alle porte di Roma, Schlein ha risposto alle critiche sul suo operato e alla discussione interna che ha sollevato numerosi dubbi sulla sua leadership.
Fiducia e determinazione nel futuro del Pd
Il dibattito che si è acceso all’interno del Pd, con Dario Franceschini e altri “padri nobili” che hanno suggerito di presentarsi divisi alle prossime elezioni, non ha intaccato la determinazione della segretaria. Schlein ha voluto rispondere con un atto concreto, andando incontro alla società civile. La segretaria ha sottolineato che il Terzo Settore rappresenta una delle “alleanze più importanti”, da costruire non nei palazzi, ma nella società, partendo dalle pratiche quotidiane.
Le priorità del “progetto alternativo”
Schlein ha anche ribadito le cinque grandi priorità sulle quali intende costruire il “progetto alternativo per il paese”:
- La difesa della sanità pubblica.
- La salvaguardia della scuola e della ricerca pubblica.
- Il lavoro dignitoso e politiche industriali che supportino la conversione ecologica.
Secondo la leader dem, queste priorità sono alla base della visione politica del Pd e della necessità di un cambio di modello di sviluppo per il paese.
Riflesso sulle critiche interne e le sfide del governo Meloni
Schlein ha usato l’occasione per lanciare anche un messaggio agli avversari interni. Ha risposto a chi critica il Pd per non avere una visione chiara, affermando che il partito ha una visione forte, che potrebbe non piacere a tutti, ma è una visione che il Pd ha deciso di perseguire.
Sui temi più caldi della politica, Schlein ha affrontato i fallimenti del governo Meloni, criticando in particolare il modello Albania, che, secondo lei, è un completo fallimento. Ha puntato il dito contro la scelta del governo di rimpatriare Almasri, accusato di crimini contro l’umanità, definendo la mossa una vergogna, mentre i migranti torturati in Albania sono rimasti lì.
Il Pd e la sua autocritica sulla questione migratoria
Infine, la segretaria ha ammesso che il Pd deve fare i conti con il suo passato sulla gestione dell’immigrazione, in particolare sui centri in Libia, ma ha ribadito che il Pd del nuovo corso è determinato a non tornare alla stagione del “cattivismo”. Sottolinea inoltre che, sotto la sua leadership, il partito ha sempre votato no al finanziamento della guardia costiera libica.