Italia & Dintorni

Sanremo 2025, Gerry Scotti: “Sono antifascista, metà della mia famiglia fu fucilata”

Durante la conferenza stampa del Festival, Carlo Conti e Gerry Scotti rispondono alle domande sul tema dell’antifascismo. “Non dimentichiamo chi ha dato la vita per noi”

La conferenza stampa di apertura del Festival

Nella mattinata di lunedì 10 febbraio, in diretta da Sanremo, si è tenuta la prima conferenza stampa della nuova edizione del Festival della Canzone Italiana. A rispondere alle domande dei giornalisti sono stati il direttore artistico Carlo Conti e i due co-conduttori della serata inaugurale, Antonella Clerici e Gerry Scotti.

Oltre alle attese dichiarazioni su ospiti, ascolti e monologhi, il dibattito si è spostato anche su temi più politici. Tra questi, è stata posta una domanda diretta ai protagonisti della conferenza: si dichiarano antifascisti?

Conti: “Non dobbiamo dimenticare chi ha perso la vita per noi”

La risposta di Carlo Conti è stata immediata: “Certo, che problema c’è. Siamo nel 2025. Questa domanda personalmente è un po’ anacronistica”.

Poi ha aggiunto: “Non dovremmo mai dimenticare quello che hanno fatto i nostri genitori e i nostri nonni, perdendo la vita per noi”, sottolineando l’importanza della memoria storica.

Gerry Scotti: “Metà della mia famiglia fu fucilata dai fascisti”

A prendere la parola è stato anche Gerry Scotti, che ha offerto una testimonianza personale: “Ho avuto metà della mia famiglia fucilata dai fascisti, prova un po’ a pensare”, ha dichiarato, lasciando intendere come il tema dell’antifascismo sia per lui profondamente radicato nella sua storia familiare.

Le dichiarazioni hanno subito suscitato interesse e dibattito, confermando come il Festival di Sanremo, oltre alla musica, continui a essere un palcoscenico per temi di rilevanza culturale e sociale.

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