Giorno del Ricordo, Schlein evita la parola “comunismo”: il silenzio imbarazzante della sinistra sulle Foibe
Il messaggio della segretaria del Pd sulle Foibe omette il ruolo dei partigiani comunisti. Il doppio standard della sinistra sulla memoria storica.
Schlein e il messaggio per il Giorno del Ricordo
In occasione del Giorno del Ricordo, istituito per commemorare le vittime delle Foibe e l’esodo giuliano-dalmata, la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha diffuso un messaggio in cui ha sottolineato l’importanza della memoria e della condanna di ogni forma di discriminazione.
“Ricordare oggi, e non attutire mai il ricordo di quel dolore e di quella sofferenza, per costruire un presente e un futuro migliori. Il nostro pensiero va alle vittime di una tragedia, quella delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, perché ciò che è avvenuto ieri in quelle terre riguarda tutte e tutti gli italiani anche oggi”, ha dichiarato.
Parole di buonsenso, certo. Ma con una grande omissione: nessun riferimento ai responsabili delle Foibe, ovvero ai partigiani comunisti di Tito.
Il doppio standard della sinistra sulla memoria storica
L’atteggiamento del Pd e della sinistra sul Giorno del Ricordo appare in contrasto con quello adottato in altre ricorrenze storiche.
- Il 25 aprile, la richiesta è sempre chiara: non basta festeggiare la Liberazione, bisogna condannare apertamente il fascismo.
- Il 2 agosto, nell’anniversario della strage di Bologna, ogni ambiguità va evitata: la matrice dell’attentato viene ribadita senza esitazioni.
- Il 12 dicembre, anniversario di Piazza Fontana, la stessa logica si applica: la destra deve riconoscere le responsabilità dell’eversione neofascista.
Ma quando si tratta delle Foibe, la chiarezza improvvisamente scompare. Il comunismo e il ruolo dei partigiani titini vengono dimenticati, e la tragedia viene raccontata in modo generico, senza colpevoli.
Il caso della risoluzione a Bruxelles
La rimozione del passato comunista non è un caso isolato. Pochi giorni fa, il Pd ha scelto di non votare una risoluzione del Parlamento Europeo che equiparava nazismo e comunismo, vietando i relativi simboli. Nicola Zingaretti ha giustificato l’astensione affermando che “la storia non si scrive nei parlamenti”, rifiutando di considerare falce e martello allo stesso livello della svastica.
Il paradosso delle dichiarazioni di Morassut
Alcuni esponenti del Pd, però, si sono spinti oltre. Roberto Morassut, deputato dem, nel ricordare le Foibe ha citato… il fascismo:
“La drammatica storia delle Foibe fa parte della memoria nazionale. Come ne fanno parte le stragi e i delitti commessi dal fascismo e dal nazismo. La destra fatica ancora a riconoscere l’interezza della memoria nazionale”.
Dunque, nel Giorno del Ricordo delle vittime del comunismo jugoslavo, l’invito della sinistra non è a prendere atto delle atrocità commesse dai partigiani titini, ma a condannare ancora una volta il fascismo.
Una memoria selettiva
La gestione del Giorno del Ricordo da parte della sinistra italiana dimostra un chiaro doppio standard. Quando si tratta di crimini della destra, la condanna è netta e intransigente. Quando invece le vittime sono state uccise da partigiani comunisti, la narrazione diventa vaga e sfumata.
Schlein e il Pd sembrano avere difficoltà a riconoscere che il comunismo ha avuto le sue pagine oscure, tanto in Italia quanto nel resto d’Europa. Una posizione che, ogni anno, alimenta il dibattito sulla parzialità della memoria storica.