Musck come Trump duro attacco a Zelensky, “Giù la maschera, è un dittatore, ha ucciso un giornalista americano”
Nuove critiche dall’amministrazione americana al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, con Donald Trump ed Elon Musk che attaccano la sua gestione della crisi e la libertà di stampa nel Paese.
Le accuse di Trump: “Zelensky è un dittatore”
Il primo ad alzare i toni è stato Donald Trump, che ha definito il leader ucraino “un dittatore” e “un comico di scarso successo” capace di convincere gli Stati Uniti a investire “350 miliardi di dollari in una guerra che non poteva vincere e che non sarebbe mai dovuta iniziare”. Dichiarazioni che alimentano lo scontro tra il tycoon e il governo di Kiev, già in difficoltà per il calo del sostegno internazionale.
Musk attacca su X: “Ripristini la libertà di stampa”
A rincarare la dose è stato Elon Musk, da un mese alla guida del Dipartimento dell’Efficienza Governativa, che ha rivolto pesanti critiche a Zelensky attraverso un post su X:
“Non può dire di rappresentare il volere del suo popolo, a meno che non ripristini la libertà di stampa e smetta di cancellare le elezioni”.
Successivamente, Musk ha lanciato un’accusa ancora più diretta, sostenendo che il presidente ucraino sia responsabile della morte del giornalista Gonzalo Lira, avvenuta in un carcere ucraino l’11 gennaio 2024.
Chi era Gonzalo Lira e perché viene citato nelle polemiche
Gonzalo Lira, 55enne blogger cileno-americano, era noto per le sue posizioni critiche nei confronti del governo ucraino. Arrestato dall’SBU, il servizio di sicurezza interno, nel maggio 2022 con l’accusa di propaganda filo-russa, era stato successivamente rilasciato su cauzione ma incarcerato nuovamente per presunta violazione delle restrizioni imposte.
Lira aveva acquisito notorietà su internet per i suoi video, nei quali bollava Zelensky come un “cocainomane” e descriveva l’invasione russa come una delle “più brillanti operazioni militari della storia”. In uno dei suoi contenuti, aveva inoltre negato i massacri di civili ucraini a Bucha e in altre città, suscitando le reazioni delle autorità di Kiev.
Il Centro per la comunicazione strategica e la sicurezza informatica ucraino, noto come SPRAVDI, aveva accusato il giornalista di diffondere “narrazioni russe” e giustificare l’aggressione di Mosca, violando l’articolo 463-2 del codice penale. La sua morte in prigione, ufficialmente attribuita a una polmonite aggravata da problemi di salute preesistenti, è ora al centro del dibattito internazionale.
Nel frattempo, il clima di tensione tra Washington e Kiev sembra destinato a inasprirsi, con il supporto americano alla resistenza ucraina sempre più in discussione.