Nervi tesissimi tra Meloni e Salvini, chiesto intervento di Giorgetti, “il punto di rottura la rottamazione delle cartelle esattoriali”
La premier alle prese con un difficile equilibrio diplomatico: il peso della politica americana, il rapporto con l’Europa e le incognite sul futuro.
L’incertezza sulla linea da seguire
Il piano era stato studiato nei minimi dettagli: un videocollegamento di Giorgia Meloni al Cpac di Washington, previsto per sabato alle 12 ora locale (le 18 in Italia), in concomitanza con Donald Trump, atteso alla convention dei conservatori. Tuttavia, nelle stesse ore è arrivata una notizia che ha rimescolato le carte: Emmanuel Macron e Keir Starmer saranno ricevuti alla Casa Bianca per un trilaterale con Joe Biden.
L’incontro tra tre potenze globali ha messo in discussione il ruolo dell’Italia come possibile ponte tra Europa e Stati Uniti, creando un evidente imbarazzo diplomatico per Meloni. Secondo indiscrezioni, la premier avrebbe persino valutato l’ipotesi di volare personalmente negli Usa per partecipare al Cpac, una mossa considerata azzardata ma che dimostra il livello di tensione che sta vivendo Palazzo Chigi.
Pressioni interne e la posizione su Trump
L’equilibrio tra l’alleanza europea e il legame con Trump è diventato un nodo complesso da sciogliere. Ieri, la premier ha avuto un colloquio riservato con Matteo Salvini, a cui si è poi aggiunto Giancarlo Giorgetti. Il tema del confronto ufficialmente riguardava la rottamazione delle cartelle, ma il vero punto di discussione era un altro: come gestire la crescente pressione sul fronte internazionale.
“Nessuno capisce davvero come finirà“, avrebbe detto Meloni a Salvini, sottolineando la necessità di mantenere un profilo cauto. Ma il leader della Lega, poco dopo, ha ignorato la linea prudente raccomandata dalla premier: “Ho enorme stima di Trump“, ha dichiarato ai cronisti, “in poche settimane sta facendo più di Biden in quattro anni”.
Il problema per Meloni è duplice: non può sbilanciarsi troppo né con Trump né con Bruxelles, ma deve comunque gestire le alleanze senza apparire indecisa.
Tensioni con l’Ue e rischi economici
Nel frattempo, Meloni è in contatto con Antonio Costa, presidente del Consiglio Ue, per discutere di un possibile vertice straordinario. Ma Bruxelles osserva con freddezza le mosse della premier italiana, mentre la pressione sui dossier più delicati – dazi, Ucraina e sicurezza nazionale – continua a salire.
La posizione dell’Italia è particolarmente delicata: il debito pubblico fragile e la dipendenza dagli Stati Uniti sulla difesa rendono rischiosa qualsiasi presa di posizione troppo netta. Per ora, la strategia della premier è chiara: evitare mosse azzardate, mantenendo una linea di attesa e prudenza, ma senza rinnegare il rapporto costruito con Trump e il fronte conservatore.
Resta da vedere fino a quando potrà reggere questo equilibrio senza dover scegliere una direzione più netta.