Clamorosa gaffe del Ministero della Santanchè, esaltano il Cilento ma l’immagine è sbagliata
L’errore sui social: nel post celebrativo delle bellezze cilentane appare invece un’immagine della Costiera Amalfitana. Ironie e critiche online.
La promozione del Cilento e l’errore dell’immagine
Il Ministero del Turismo ha pubblicato un post sui propri canali social per celebrare il Cilento, elogiato dal New York Times e dal Guardian come una delle mete più affascinanti d’Italia. Le due testate internazionali hanno definito l’area montuosa della Campania una destinazione ancora poco esplorata, invitando i lettori a scoprirne le bellezze naturali e culturali.
Per promuovere il territorio, il ministero guidato da Daniela Santanchè ha condiviso un post su Facebook, accompagnato dalla frase:
“Dal New York Times al Guardian, il Cilento si afferma tra le mete più belle d’Italia.”
Tuttavia, l’attenzione degli utenti si è subito concentrata su un dettaglio: la foto utilizzata non mostrava il Cilento, ma la ben più nota Costiera Amalfitana, situata circa 50 chilometri più a nord.
L’immagine di Conca dei Marini e la reazione dei social
Nello scatto pubblicato, infatti, si riconosce chiaramente il caseggiato di Conca dei Marini, piccolo borgo situato tra Amalfi e Positano, ben distante dai rilievi cilentani.
L’errore non è passato inosservato e ha scatenato una raffica di commenti ironici e critiche sui social. Tra le reazioni più caustiche, un utente ha scritto:
“Se avete bisogno di una foto del Parco Nazionale del Cilento, siamo a disposizione.”
Nonostante la rapida rimozione del post da parte del ministero, la gaffe era ormai diventata virale, alimentando discussioni sulla scarsa attenzione nella promozione turistica del territorio.
Un errore che non passa inosservato
L’episodio ha sollevato perplessità sull’accuratezza delle campagne di promozione istituzionale del patrimonio turistico italiano. Il Cilento, infatti, gode di un’identità ben distinta dalla Costiera Amalfitana, con un ricco patrimonio storico e naturalistico riconosciuto dall’UNESCO.
L’errore, oltre a suscitare ironia, ha riacceso il dibattito sull’importanza di valorizzare adeguatamente i territori, evitando approssimazioni che potrebbero confondere i turisti e sminuire le peculiarità di ogni destinazione.
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