Costa Concordia, Schettino verso la semilibertà: il 4 marzo la decisione
L’ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, condannato a 16 anni per il naufragio del 2012, potrebbe ottenere la semilibertà. Martedì il tribunale di Roma deciderà sulla richiesta avanzata dal suo legale.
Possibile semilibertà per Schettino
Dopo oltre 11 anni di detenzione, Francesco Schettino potrebbe presto accedere a una misura alternativa al carcere. L’ex comandante della Costa Concordia, condannato a 16 anni di reclusione per il naufragio del 13 gennaio 2012, si presenterà il 4 marzo davanti al tribunale di Sorveglianza di Roma, che dovrà esprimersi sulla richiesta di semilibertà avanzata dalla sua legale.
Durante il periodo di detenzione, Schettino ha mantenuto una condotta che gli ha consentito di ottenere permessi premio e di lavorare all’interno del carcere, occupandosi della digitalizzazione di alcuni processi dal 2020. Qualora la misura venisse concessa, potrebbe lasciare il carcere di giorno per svolgere un’attività lavorativa esterna.
L’avvocata Astarita: “Mi auguro vinca il diritto”
La richiesta di semilibertà è stata oggetto di quattro udienze, tutte rinviate per ulteriori approfondimenti. Ora, il tribunale di Roma dovrà pronunciarsi sulla questione.
«Mi auguro vinca il diritto. Quello che possiamo fare è aspettare con fiducia», ha dichiarato all’Ansa l’avvocata Paola Astarita, che difende l’ex comandante.
Il caso Costa Concordia e la condanna definitiva
La sentenza nei confronti di Schettino è diventata definitiva il 12 maggio 2017, quando la Cassazione ha confermato la condanna per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo e abbandono dell’imbarcazione.
Il naufragio della Costa Concordia, avvenuto il 13 gennaio 2012 al largo dell’Isola del Giglio, causò la morte di 32 persone e scosse l’opinione pubblica internazionale. La vicenda giudiziaria ebbe enorme risonanza, anche per la famosa telefonata del 16 gennaio 2012 tra Schettino e il capitano della Capitaneria di Porto di Livorno, Gregorio De Falco, che gli intimò: «Vada a bordo, c…».
Dopo l’arresto e un lungo iter giudiziario, il 15 febbraio 2015 l’ex comandante è stato condannato a 16 anni di reclusione, una sentenza poi confermata dalla Corte d’Appello di Firenze e dalla Cassazione.
Ora il tribunale dovrà decidere se concedergli la semilibertà, una scelta destinata a far discutere.