Schlein sotto pressione: il no al riarmo Ue spacca il Pd, chiesto congresso straordinario
L’opposizione della segretaria al piano von der Leyen alimenta tensioni interne. Zanda chiede un congresso straordinario, mentre il fronte riformista si smarca.
Il nodo della politica estera e il rischio isolamento
Il Partito Democratico è sempre più diviso sulla politica estera. La posizione netta di Elly Schlein contro il piano di riarmo europeo proposto da Ursula von der Leyen ha creato fratture profonde all’interno del partito, al punto che alcuni esponenti chiedono un cambio di leadership.
Tra questi, Luigi Zanda, ex capogruppo al Senato e tra i fondatori del Pd, che in un’intervista a La Stampa propone la convocazione di un congresso straordinario per affrontare le divisioni. “Davanti alla straordinarietà della fase storica che stiamo vivendo, l’unico luogo nel quale un dibattito di questo rilievo possa svolgersi in modo franco e trasparente è un congresso straordinario”, ha dichiarato.
Zanda critica apertamente Schlein, sottolineando come la sua decisione di bocciare il piano von der Leyen rappresenti una rottura con la linea del Partito Socialista Europeo: “Mentre abbiamo la guerra in Europa e nel Mediterraneo, la principale preoccupazione del Pd è stata quella di bocciare la presidente della Commissione europea”.
A questa posizione si è aggiunta anche la voce di Pina Picierno, europarlamentare dem, che in un’intervista a Quotidiano Nazionale ha ribadito il rischio di isolamento del partito a livello europeo. Il giorno precedente era stato Paolo Gentiloni a manifestare il suo sostegno al piano della Commissione, aumentando ulteriormente la pressione sulla segretaria dem.
Il rischio scissione e la sfida delle piazze
Il malcontento all’interno del fronte riformista potrebbe spingere alcuni esponenti a seguire l’esempio di Annamaria Furlan, ex segretaria della Cisl, che ha lasciato il Pd per aderire a Italia Viva di Matteo Renzi. La sua decisione è legata, oltre che alla linea sulla difesa, anche al no del Pd alla proposta di legge sulla partecipazione dei lavoratori alla governance d’impresa.
“Il Pd ha davanti a sé delle scelte che nel marzo 2023 non erano immaginabili”, ha aggiunto Zanda, evidenziando come il partito si trovi in una fase cruciale della sua evoluzione politica.
Intanto, lo scontro si trasferisce anche nelle piazze. Il 15 marzo i dem parteciperanno, con posizioni differenziate, alla manifestazione pro-Ue organizzata da Michele Serra, mentre il 5 aprile il Movimento 5 Stelle scenderà in piazza in un corteo separato.
Il sostegno della sinistra dem e il futuro della segreteria
Non tutti nel partito sono contrari alla linea di Schlein. Goffredo Bettini, storico esponente della sinistra dem, ha difeso la scelta della segretaria, criticando il lessico usato in Europa: “La parola ‘riarmo’ che sta allegramente trascinando l’iniziativa di alcuni leader democratici europei non mi piace, altra cosa è parlare di difesa comune”.
Tuttavia, il fronte riformista sembra sempre più distante dalla segreteria e potrebbe riorganizzarsi in vista di una battaglia interna per la leadership. Il rischio di una scissione o di un indebolimento della guida Schlein è concreto, con una parte del partito che guarda con favore a un Pd più centrista per contrastare l’ascesa del M5S di Giuseppe Conte.
Nei prossimi mesi, le tensioni interne potrebbero intensificarsi, portando a scenari imprevedibili per il futuro della segreteria e dell’intero partito.