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Salis riapre il dibattito sulla casa: “Tetto agli affitti e tasse sulle case vuote”

L’eurodeputata di Avs propone misure radicali: affitti calmierati e imposta sugli immobili non locati. Bufera sul diritto di proprietà.

Salis rilancia: “Case vuote da tassare, affitti da regolare”

La neo europarlamentare Ilaria Salis, eletta con Alleanza Verdi e Sinistra, torna al centro del dibattito politico dopo alcune dichiarazioni sul tema abitativo che stanno facendo discutere. In un’intervista rilasciata durante la Rassegna Antigone, la deputata ha proposto una serie di interventi che puntano a un controllo pubblico più incisivo sul mercato degli affitti. “Ci sono troppe case lasciate vuote, si dovrebbe intervenire a livello legislativo”, ha affermato Salis, aggiungendo che “un nucleo familiare dovrebbe spendere il 20% del salario per l’affitto, mentre a Milano la media è del 40% e questo non è sostenibile in un Paese dove non c’è il salario minimo”.

Secondo la sua visione, bisognerebbe stabilire un tetto massimo agli affitti e al tempo stesso “aumentare la pressione fiscale sugli immobili sfitti”, per contrastare quella che ha definito una “profonda ingiustizia”: persone senza casa contro chi possiede più abitazioni non utilizzate.

Il nodo della proprietà privata e la replica a chi contesta

Le parole di Ilaria Salis hanno suscitato immediate reazioni, soprattutto per una risposta considerata ambigua sul diritto di proprietà. Alla domanda se tassare una casa vuota non equivalga a violarlo, l’europarlamentare ha replicato: “Lei cosa intende per proprietà privata?”. Una risposta che ha generato sconcerto anche tra gli interlocutori, ma che la deputata ha poi precisato specificando che “di norma i movimenti per la casa occupano edifici dell’edilizia popolare, non proprietà private”.

La proposta resta però chiara: penalizzare fiscalmente chi possiede abitazioni non abitate, considerate da Salis un bene che deve essere messo a disposizione del mercato, e non semplicemente detenuto per scelta individuale.

Critiche dal centrodestra e dal mondo liberale

Il tema ha scatenato una serie di critiche, in particolare da commentatori e politici di area liberale e conservatrice. Il giornalista Nicola Porro, attraverso le sue piattaforme, ha definito l’idea “una doppia tagliola”: da un lato si impone un tetto al prezzo dell’affitto, dall’altro si tassano i proprietari che scelgono di non affittare. “Voi comprate un immobile per investimento – ha scritto Porro – e secondo la Salis potete chiederne l’affitto solo se corrisponde al 20% dello stipendio dell’inquilino. Altrimenti, se lo lasciate vuoto, vi tassano. È assurdo”.

Le reazioni non si sono fatte attendere nemmeno da parte di esponenti del centrodestra, che vedono nella proposta un attacco diretto al principio sancito dalla Costituzione italiana che tutela la proprietà privata. Molti osservatori hanno definito le posizioni di Salis come una riedizione in chiave moderna di vecchie logiche dirigiste, distanti dalle dinamiche del libero mercato e dai principi dell’economia europea.

Silenzio dal centrosinistra e polemica aperta

Finora nessuna replica ufficiale è arrivata da parte dei vertici del Partito Democratico né dalle forze che hanno sostenuto la candidatura di Ilaria Salis. Un silenzio che alcuni analisti definiscono “imbarazzato”, soprattutto considerando la delicatezza del tema. Non è chiaro se si tratti di una condivisione implicita o di una scelta di prudenza politica.

Nel frattempo, il dibattito continua a crescere, alimentato dalle preoccupazioni di migliaia di cittadini e piccoli proprietari che si sentono colpiti da quella che percepiscono come una visione punitiva nei confronti di chi ha investito, spesso con sacrifici, nel mattone.