Schlein sotto attacco: Gori “autogol annunciato”, si apre il processo interno al Pd
Dopo il flop referendario, l’opposizione interna coinvolge anche Elly Schlein: accuse pesanti da Gori, Picierno e Gualmini sulla strategia fallimentare.
Flop e critiche: “Un autogol annunciato”
I cinque referendum abrogativi non hanno superato il quorum e hanno registrato un’affluenza inferiore ai 12,3 milioni di voti, rispetto a quelli raccolti dalla coalizione di centrodestra nel 2022. Questa débâcle ha scatenato un’azione critica interna al Pd, con accuse dirette alla segretaria Elly Schlein. Per molti dirigenti democrats, la mobilitazione sui referendum – soprattutto su temi come lavoro e cittadinanza – è stata un “autogol”.
Da Gualmini a De Luca: accuse chiare
L’eurodeputata Elisabetta Gualmini ha tuonato: “Aver mobilitato tutto il partito… si è rivelato un boomerang. Un referendum politico contro se stessi.” Il governatore uscente Vincenzo De Luca ha aggiunto che la scelta è stata troppo ideologica: “C’è stato un elemento di ideologizzazione eccessiva… lo strumento referendario non è quello più adatto”. Il convento riformista si allarga.
Gori, Ceccanti e Quartapelle: errori tattici evidenti
Il sindaco Giorgio Gori ha definito il risultato “un autogol prevedibile”. Il costituzionalista Stefano Ceccanti ha sottolineato l’incoerenza tra referendum su leggi di centrosinistra e strategia politica: “Se vuoi testare il governo devi individuare leggi dell’attuale governo”. Lia Quartapelle ha parlato di “scelta incauta”, mentre Filippo Sensi ha considerato i referendum “rivolti al passato” e incapaci di parlare al Paese.
Picierno rilancia: “Regalo enorme a Meloni”
La vicepresidente europea del Pd, Pina Picierno, ha lanciato l’affondo finale: “Una sconfitta profonda, seria, evitabile. Purtroppo un regalo enorme a Giorgia Meloni e alle destre. Fuori dalla nostra bolla c’è un Paese che vuole futuro e non rese di conti sul passato.” Ha poi proposto di voler “maturità, serietà e ascolto, evitando acrobazie assolutorie sui numeri”.