S&P’s declassa Italia da BBB a BBB-, rating “quasi da spazzatura”

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Nuova doccia fredda per l’esecutivo Renzi e per tutta l’economia del nostro paese.

La  Standard & Poor’s ha declassato l’economia italiana da BBB a BBB-, un livello definito dai tecnici “quasi spazzatura”.

L’agenzia americana di rating, una delle più importanti al mondo, ha previsto che l’Italia potrà uscire dalla crisi nei primi mesi del 2015 ma ha evidenziato che il debito pubblico ha toccato valori elevati e che i livelli di disoccupazione sono altissimi.

La  Standard & Poor’s ritiene che l’Italia avrà segnali di ripresa solo nel 2015 ma sarà una ripresa ancora molto modesta.


L’agenzia americana ha così commentato il declassamento dell’Italia: “Secondo i nostri criteri un forte aumento del debito, accompagnato da una crescita perennemente debole e da una bassa competitività non è compatibile con un rating BBB”.

La  Standard & Poor’s sostiene che il governo italiano si stia impegnando molto nel tentativo di riformare il paese: “Prendiamo atto che il premier Renzi ha fatto passi avanti col Jobs Act”.

L’agenzia americana sostiene che: “Stimiamo che il debito pubblico italiano sarà pari a 2.256 miliardi di euro entro la fine del 2017, cioè 80 miliardi di euro in più, o il 4,9% del Pil previsto per il 2014, delle nostre stime di giugno”.

Ma l’agenzia americana non crede che il Jobs Act potrà determinare nuova occupazione: “Non crediamo che le misure previste creeranno occupazione nel breve termine. E i decreti attuativi della riforma  potrebbero essere ammorbiditi, e ciò potrebbe accadere alla luce di una opposizione crescente”.

Il presidente del consiglio Matteo Renzi ha così commentato il declassamento dell’Italia da BBB a BBB-: “Non è una bocciatura del Jobs Act. Ci dicono che le riforme vanno bene, ma che bisogna andare più veloci, che ci sono elementi buoni nelle riforme ma non tali da compensare il debito e risvegliare a breve l’economia”.

Fonti vicine a Matteo Renzi, però, dicono che il premier subito dopo la notizia è apparso molto scuro in volto e ha dichiarato che non si aspettava un ulteriore declassamento dell’economia italiana.

Matteo Renzi prima della bocciatura della Standard & Poor’s aveva dichiarato che: “Lo spread è sceso sotto i 120  ma essendo buona notizia, non va oltre i trafiletti. Solo per ricordare: eravamo a 200 nove mesi fa. Duecento”.