Bari & Puglia cronaca

Bari, donna 33enne impedisce al padre di vedere la figlia: arrestata

Una 33enne è finita ai domiciliari per aver perseguitato l’ex e impedito gli incontri con la figlia: misure cautelari anche per il nuovo compagno

Anni di denunce, tensioni familiari e un provvedimento giudiziario ignorato

È culminata con due arresti la lunga vicenda giudiziaria legata alla fine di una relazione tra due ex conviventi di Bari. Una donna di 33 anni è stata raggiunta da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari con braccialetto elettronico, con l’accusa di atti persecutori aggravati, danneggiamento e inosservanza dolosa di un provvedimento del giudice. Stessa misura cautelare, sebbene in un’abitazione diversa, è stata disposta anche per il suo attuale compagno, 26 anni, coinvolto nei presunti comportamenti persecutori.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, coordinati dal pm Ignazio Francesco Abbadessa e con ordinanza firmata dalla gip Antonella Cafagna, l’ex compagno della donna sarebbe stato vittima, a partire dal 2023, di una lunga serie di molestie, minacce, insulti e aggressioni. La situazione si sarebbe aggravata dopo che l’uomo è stato prosciolto dalle accuse di maltrattamenti sporte dalla stessa ex e reintegrato nella possibilità di vedere la figlia, una bambina di tre anni all’epoca dei fatti.

Nonostante un provvedimento del tribunale stabilisse incontri regolari tra padre e figlia, la donna – secondo le accuse – avrebbe impedito l’attuazione delle visite per venticinque volte tra gennaio e luglio 2024. Oltre alla violazione della sentenza, avrebbe danneggiato il cellulare dell’uomo e continuato a perseguitarlo con messaggi e telefonate “dal contenuto gravemente minaccioso”.

Le denunce, le testimonianze e l’affidamento della figlia

Il quadro accusatorio si è delineato attraverso quattro denunce presentate dall’uomo a partire da luglio 2024. In esse vengono descritte condotte vessatorie e intimidatorie, culminate in pedinamenti, insulti e anche aggressioni fisiche, avvenute spesso davanti alla bambina. Gli episodi sarebbero stati perpetrati sia dalla donna sia dal suo nuovo compagno. A conferma delle accuse sono state raccolte anche testimonianze da parte di familiari della presunta vittima e delle assistenti sociali coinvolte nel caso.

Alla luce degli elementi raccolti, il tribunale per i minorenni ha stabilito, nell’aprile 2025, l’affidamento della bambina al padre. Da quel momento – secondo quanto riportato negli atti – la madre avrebbe intensificato i comportamenti persecutori, con lo scopo, si legge nel provvedimento, “di costringerlo a rinunciare alla bambina”.