Mancano i dispositivi, Basciano resta senza braccialetto elettronico
Il provvedimento contro Alessandro Basciano resta in vigore, ma l’applicazione del braccialetto elettronico è rinviata per carenza di dispositivi.
Divieto confermato ma senza sorveglianza elettronica
A causa dell’attuale indisponibilità di dispositivi, Alessandro Basciano non potrà indossare il braccialetto elettronico previsto dalla misura cautelare emessa nei suoi confronti. Il provvedimento, reso definitivo dalla Corte di Cassazione, prevede il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri e l’assoluto divieto di contatto con l’ex compagna, l’influencer Sophie Codegoni, madre della loro figlia.
Il 35enne deejay, accusato dalla Procura di Milano di stalking, è tenuto a sottoporsi alla sorveglianza elettronica. Tuttavia, secondo quanto riportato, tutti gli slot di attivazione del mese sono già stati utilizzati. La situazione, definita critica anche in altri casi giudiziari, è stata segnalata dalle autorità giudiziarie come una conseguenza diretta dell’aumento delle misure cautelari legate al cosiddetto Codice rosso.
Carenza di dispositivi e ritardi nelle applicazioni
L’indisponibilità dei dispositivi è stata confermata anche in ambienti giudiziari milanesi, dove il numero di braccialetti attivabili è contingentato su base mensile, secondo gli accordi con il fornitore Fastweb. La mancanza di disponibilità ha costretto il ministero della Giustizia a intervenire con una circolare lo scorso maggio, ma la situazione non risulta ancora risolta. In caso di ulteriore indisponibilità e mancata accettazione del dispositivo da parte dell’indagato, potrà essere disposta la misura alternativa degli arresti domiciliari.
Attualmente Basciano si trova in Italia, dove è rientrato all’inizio di giugno per motivi lavorativi, dopo un periodo trascorso all’estero, in particolare negli Stati Uniti, per promuovere la propria musica.
Indagini in corso e accusa di stalking
Le indagini condotte dalla Procura di Milano nei confronti di Basciano si avviano alla conclusione. La querela è stata presentata da Sophie Codegoni nel dicembre 2023. La 23enne ha riferito agli inquirenti di aver ricevuto minacce e insulti, anche tramite messaggi, confermando di non aver mai ritirato la denuncia e di non avere intenzione di farlo.
L’arresto dell’indagato era avvenuto nel novembre scorso, ma dopo 48 ore era stato scarcerato. Successivamente, i magistrati avevano impugnato la decisione richiedendo gli arresti domiciliari. Il tribunale del Riesame aveva invece optato per il divieto di avvicinamento, misura che è diventata esecutiva solo dopo la pronuncia della Cassazione. Il giudizio dei magistrati includeva l’osservazione che l’uomo non avrebbe dimostrato consapevolezza della gravità dei comportamenti attribuitigli, continuando a screditare l’ex compagna.