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Puglia, Filippo Manni dopo aver ucciso la mamma supplica il padre in carcere: “Non abbandonarmi, aiutami a curarmi”

Durante il colloquio con il padre, il 21enne accusato di aver ucciso la madre ha espresso un forte disagio emotivo e chiesto sostegno psicologico.

Il colloquio in carcere e il crollo emotivo

Ha avuto un forte crollo emotivo Filippo Manni, il 21enne di Racale, in provincia di Lecce, arrestato il 17 giugno con l’accusa di aver ucciso la madre Teresa Sommario con un’ascia da boy scout. Il gesto, secondo le ricostruzioni, sarebbe stato scatenato da un rimprovero per non aver salutato al rientro a casa. La mattina del 24 giugno, nel corso del primo colloquio con il padre Daniele, il giovane ha chiesto tra le lacrime di non essere lasciato solo.

Non abbandonarmi, aiutami”, avrebbe detto al padre mentre piangeva, lasciandosi andare in un lungo sfogo. Avrebbe anche aggiunto di voler essere aiutato “per curarsi”, manifestando la volontà di affrontare un percorso di recupero. L’incontro, che si è svolto all’interno del carcere dove il ragazzo è attualmente detenuto, ha avuto momenti di intensa emotività, durante i quali Manni ha chiesto notizie della madre, del funerale e dei familiari più stretti.

Le richieste del giovane e le possibili valutazioni psichiatriche

Durante il colloquio, il ragazzo ha chiesto al padre informazioni anche sulle zie materne e sui suoi fratelli gemelli, esprimendo il desiderio di poterli incontrare. Avrebbe inoltre domandato di ricevere quaderni per scrivere, un gesto che, secondo quanto trapela, sarebbe collegato al suo tentativo di elaborare quanto accaduto o di avviare un percorso di riflessione personale.

Il legale difensore di Filippo Manni, l’avvocato Francesco Fasano, sta valutando la possibilità di richiedere una perizia psichiatrica per il proprio assistito. L’eventuale accertamento potrebbe chiarire se il giovane fosse in grado di intendere e volere al momento dell’aggressione alla madre. Al momento, il quadro giudiziario resta grave, ma l’emergere di elementi di disagio psichico potrebbe incidere sulla strategia difensiva.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Lecce, prosegue con l’obiettivo di ricostruire nel dettaglio la dinamica dei fatti e le condizioni personali e familiari del ragazzo prima dell’omicidio. Ulteriori sviluppi sono attesi nei prossimi giorni.