Bari, annullata a una studentessa la laurea in Medicina dopo 12 anni: non risultano sostenuti 8 esami
Il Consiglio di Stato ha annullato il titolo rilasciato nel 2013 a una specializzanda in Anestesia: gli esami all’estero non risultano mai svolti né documentati.
La decisione dei giudici e le irregolarità riscontrate
La laurea in Medicina e Chirurgia conseguita nel 2013 da una specializzanda in Anestesia e Rianimazione presso l’Università di Bari è stata dichiarata nulla dal Consiglio di Stato, dopo un contenzioso avviato dall’ateneo nel 2023. Al centro della vicenda, la presunta mancanza di prove documentali relative a otto esami sostenuti tra il 2007 e il 2009 durante un periodo di Erasmus all’Università di Valladolid, in Spagna.
Secondo quanto ricostruito, la criticità è emersa in occasione della richiesta della dottoressa di trasferirsi dalla scuola di specializzazione dell’Università di Foggia a quella di Bari. Gli uffici accademici baresi hanno riscontrato l’assenza di documentazione relativa a otto prove di esame, tra cui anatomia umana, medicina legale, psichiatria e psicologia clinica. Le verifiche hanno inoltre rivelato che sei di questi esami non comparivano nel piano di studi previsto dal programma Erasmus, mentre in due casi la studentessa risultava assente alle sedute.
La discrepanza era stata inizialmente giustificata dalla difesa con la possibilità che la documentazione fosse stata smarrita, tesi accolta dal Tribunale Amministrativo Regionale, che aveva riabilitato il titolo accademico consentendo alla studentessa di proseguire la specializzazione. Tuttavia, l’Università di Bari ha presentato appello al Consiglio di Stato, che ha successivamente ribaltato il verdetto.
Errori di registrazione e responsabilità accertate
Il Consiglio di Stato ha giudicato legittima la decisione dell’ateneo di annullare il titolo, in quanto gli accertamenti condotti tra l’Università di Bari e quella di Valladolid non hanno fatto emergere alcuna prova che certifichi l’effettivo superamento degli esami in questione. Le registrazioni presenti nel gestionale Esse3, secondo i giudici, deriverebbero da una “erronea attestazione” da parte del tutor di laurea, nei confronti del quale l’ateneo avrebbe attivato un procedimento disciplinare.
La sentenza sottolinea che la dichiarazione di nullità risulta fondata, poiché è stato “provato in positivo che l’ex studentessa non ha mai sostenuto gli otto esami Erasmus che risultavano verbalizzati nel suo libretto informatico”. Si tratta di un elemento determinante per l’ammissione alla discussione della tesi e al conseguimento del titolo.
La dottoressa, che ha già completato buona parte della specializzazione, potrà ora integrare il percorso formativo sostenendo nuovamente gli esami mancanti, con l’obiettivo di ottenere un nuovo titolo accademico.