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Fauso Bertinotti mette all’asta opere di Warhol e altri artisti: “Ho bisogno di soldi”

Il 2 luglio a Milano saranno battute all’asta opere appartenute a Fausto Bertinotti, tra cui due serigrafie di Warhol ereditate dal banchiere Mario D’Urso.

Due serigrafie di Andy Warhol tra i lotti principali della vendita

MILANO – Opere d’arte provenienti dalla collezione privata di Fausto Bertinotti e della moglie Lella saranno battute all’asta il prossimo 2 luglio a Milano dalla casa Finarte. Tra i lotti più rilevanti figurano due serigrafie realizzate nel 1972 dall’artista americano Andy Warhol, appartenenti alla serie dedicata a Mao Tse Tung, ognuna con una valutazione stimata tra i 20.000 e i 30.000 euro.

Le due opere erano appartenute al banchiere Mario D’Urso, scomparso nel 2013, che le aveva lasciate in eredità alla coppia Bertinotti. Alla vendita si aggiungono altre opere d’arte, tra cui alcuni dipinti del pittore Piero Dorazio, offerti in dono ai coniugi in diverse occasioni. Fanno parte della collezione anche una grande scultura in ceramica policroma dell’artista Giosetta Fioroni e un olio su tela del 1976 firmato Titina Maselli, dal titolo Camion.

La motivazione di Bertinotti: “Mi servono soldi”

Intervistato dal giornalista Concetto Vecchio per la Repubblica, Fausto Bertinotti, già presidente della Camera e figura di spicco della sinistra italiana, ha spiegato con chiarezza le ragioni della vendita: “Ho bisogno di soldi, ma vendo questi e mi tengo quelli che m’interessano”.

Bertinotti ha voluto anche ridimensionare le voci circolate in passato sul valore economico della collezione, definendole esagerate: “Si è troppo favoleggiato, sostenevano che valessero milioni e milioni di euro. Cifre spropositate”, ha chiarito, precisando che “si parte da una base di 20-30mila euro l’una”.

“Basta ironie sui comunisti ricchi”: il commento finale

L’ex leader di Rifondazione comunista ha approfittato dell’occasione per rispondere alle polemiche e ai commenti spesso sarcastici sul suo patrimonio: “Mi prendo così una piccola vendetta sui pettegoli e gli invidiosi che ci hanno ricamato sopra. Dovrebbero scusarsi per tutte le cattiverie che sono state dette”. E ha concluso con una frase diretta: “Basta ironie sui comunisti ricchi”.

Le opere saranno esposte al pubblico nei giorni precedenti all’asta, presso la sede milanese della casa Finarte.