Non si presenta all’esame: ritrovata morta una ragazza di 14 anni, “Non mi ritroverete mai più”
Il corpo di una ragazza ucraina di 14 anni è stato trovato ai piedi di un capannone abbandonato. Aveva lasciato un messaggio allo zio.
La scoperta nel capannone abbandonato dell’ex Reggiani
È stato ritrovato nella serata di giovedì 26 giugno, poco dopo le 20:30, il corpo senza vita di una ragazzina di 14 anni ai piedi di un capannone nell’area dell’ex fabbrica Reggiani di Bergamo, zona industriale in stato di abbandono da tempo. La giovane, di origini ucraina, risiedeva in un comune alle porte della città con la nonna e uno zio, e avrebbe dovuto sostenere proprio quel giorno l’esame di terza media. Ma a scuola non si è mai presentata.
I parenti, preoccupati per la sua scomparsa fin dalla sera prima, avevano già sporto denuncia ai carabinieri e diramato appelli via social tramite amici e conoscenti. Sono stati proprio lo zio e un cugino a recarsi nella zona dell’ex stabilimento, dove la 14enne era già stata in passato, trovando il corpo senza vita della ragazza alla base del capannone.
“Non mi troverete mai più”: il messaggio alla famiglia
Nella mattinata di giovedì, lo zio della ragazza aveva ricevuto un messaggio dalla nipote. Poche parole, cariche di angoscia: “Non mi troverete mai più: vi voglio bene”. Il testo ha immediatamente fatto scattare l’allarme tra i familiari, che si sono messi a cercarla nei luoghi che la giovane frequentava abitualmente. Sul tetto del capannone da cui sarebbe precipitata sono stati trovati alcuni effetti personali della ragazzina: una borsetta, il cellulare e alcune collanine.
Secondo quanto riferito dalla Squadra mobile della Questura di Bergamo, coordinata dal sostituto procuratore Raffaella Latorraca, l’ipotesi più accreditata al momento è quella del gesto volontario. La ragazza potrebbe essersi lanciata dall’alto del capannone, area già frequentata in passato da ragazzi, sbandati e senza fissa dimora. Non si esclude comunque alcuna pista: per questo motivo è stato aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio, una prassi formale che consente di eseguire l’autopsia, già fissata per lunedì mattina all’ospedale Papa Giovanni XXIII.
Una giovane vita segnata dalla solitudine e dalla guerra
La 14enne viveva in Italia da quasi tre anni, dopo aver lasciato i genitori nel suo Paese d’origine, sconvolto dalla guerra. Da quanto emerge, era già capitato che si recasse nei pressi della ex Reggiani, ma mai con esiti così drammatici. La zona, purtroppo, è nota da tempo come rifugio per emarginati e come spazio pericoloso per i più giovani.
Nella serata di giovedì sono arrivati sul luogo della tragedia anche la sindaca di Bergamo, Elena Carnevali, e l’assessore alla Sicurezza, Giacomo Angeloni, i quali hanno preferito non rilasciare dichiarazioni.
Nel silenzio di un capannone abbandonato, si è consumato l’ultimo atto di una giovane vita invisibile, forse troppo fragile per sopportare il peso di un dolore che nessuno aveva saputo vedere in tempo.