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«Chi si allea con Orbán, accetta la repressione»: Salis al vetriolo contro la Meloni e Salvini

L’eurodeputata denuncia il regime ungherese e difende la libertà dei Pride: «Meloni e Salvini chiariscano da che parte stanno».

«Non sarò a Budapest: temo ritorsioni dal regime ungherese»

«Purtroppo non potrò essere a Budapest oggi». Con queste parole l’europarlamentare Ilaria Salis ha annunciato la sua assenza al Pride ungherese, a causa della procedura in corso per la revoca della sua immunità parlamentare, richiesta dallo stesso governo magiaro. Il motivo, spiega, è il timore concreto di «ritorsioni e strumentalizzazioni», non solo contro di lei ma anche contro chi si trova in condizioni di maggiore vulnerabilità.

La parlamentare ha scelto i social per esprimere vicinanza alla comunità LGBTQI+ ungherese e, in particolare, a Maja, persona non binaria incarcerata in Ungheria. «Maja è sottoposta a un processo farsa, chiaramente politico e vendicativo, orchestrato contro chi è antifascista e straniero», ha scritto. «Forza Maja, continua a resistere. Questa giornata di ribellione, libertà e amore è anche per te».

«Le politiche di Orbán sono incompatibili con l’Europa»

Nel suo lungo messaggio, Salis ha denunciato la deriva autoritaria dell’Ungheria: «Non possiamo accettare che in Europa sia messa in discussione la libertà di espressione e il diritto di amare chi vogliamo, come vogliamo. Sono conquiste ottenute grazie a decenni di lotte della comunità LGBTQI+, che hanno reso le nostre società più giuste e più libere».

L’eurodeputata ha elogiato la partecipazione internazionale al Pride di Budapest: «È meraviglioso sapere che migliaia di persone da tutta Europa saranno oggi al fianco della comunità LGBTQI+ ungherese. È una straordinaria prova di solidarietà internazionalista. Glielo si faccia capire dal basso: le politiche liberticide dell’autocrate magiaro sono incompatibili con l’Europa».

«Meloni e Salvini chiariscano se vogliono anche loro vietare i Pride»

Nel finale, la parlamentare italiana alza il tiro e chiama in causa i leader della destra italiana. «Non si può, per mero calcolo e convenienza, tenere il piede in due scarpe. Senza diritti, nessun beneficio: questa è la regola. I cittadini ungheresi sceglieranno da che parte stare», ha scritto. E conclude: «Dovrebbe preoccuparci che Orbán sia amico e alleato dei sovranisti di casa nostra. Meloni, Salvini & co. vorranno anche loro vietare i Pride in Italia? Ce lo facciano sapere con chiarezza».