Bersani contro Meloni al Quirinale: “Per l’amor di Dio”. Scoppia la bufera
L’ex segretario del Pd respinge l’ipotesi della premier al Colle. Ma le sue parole riaccendono le polemiche sul passato e sulla coerenza costituzionale.
Lo scivolone in diretta tv: “Non vorrei Meloni presidente”
Nel corso della trasmissione Otto e Mezzo su La7, l’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha sollevato un vespaio. Intervistato da Lilli Gruber, a una domanda sull’eventualità che Giorgia Meloni diventi il prossimo presidente della Repubblica, ha risposto senza esitazioni: “Per l’amor di Dio. Sulla persona non dico niente, ma vorrei un capo dello Stato saldamente ancorato allo spirito della Costituzione”. Parole che hanno lasciato di stucco non solo la conduttrice, ma anche parte dell’opinione pubblica.
Una dichiarazione che non è passata inosservata e che ha suscitato reazioni indignate da più fronti. La Meloni, attuale presidente del Consiglio, è stata anche vicepresidente della Camera e deputata per diverse legislature. L’accusa, seppur implicita, di essere “disancorata” dai valori costituzionali è apparsa a molti fuori luogo, se non strumentale.
Il ritorno della retorica anni ’70
Nel prosieguo dell’intervista, Bersani ha ribadito la sua contrarietà all’aumento delle spese militari, previsto fino al 5% del Pil. Ha definito questa scelta un punto di non ritorno, affermando: “Anche se tornasse a governare il centrosinistra, sarà difficile rimettere il dentifricio nel tubetto”. Una metafora tipica del suo stile, che ha però riacceso il dibattito sulle posizioni storiche della sinistra italiana rispetto alla Nato e agli Stati Uniti.
Molti hanno ricordato le manifestazioni antimilitariste a cui Bersani prese parte in gioventù, in piena sintonia ideologica con il blocco sovietico. Una militanza mai rinnegata, ma che oggi sembra in contrasto con i richiami attuali alla “fedeltà costituzionale”, specialmente quando rivolti a esponenti politici di segno opposto.
Il libro per i giovani e il fantasma del passato
Durante la trasmissione, Bersani ha anche presentato il suo ultimo libro, dal titolo “Chiedimi chi erano i Beatles”, rivolto alle nuove generazioni per riavvicinarle alla politica. Ma c’è chi ironizza sul fatto che sarebbe stato più utile un libro intitolato “Chiedimi chi erano le Brigate Rosse”, per raccontare ai giovani una delle pagine più buie della storia italiana, oggi spesso banalizzata o ridotta a oggetto di meme e sarcasmo sui social, come dimostra il recente caso della studentessa di Trento.
Anche questa osservazione ha rilanciato il dibattito su come vengano narrati, da certi esponenti politici, i decenni passati e sulla selettività con cui vengono evocati certi episodi storici, dimenticando o omettendo gli aspetti più controversi.